Italia: ogni anno 400 bambini non sono riconosciuti alla nascita

In Italia ogni anno in media 400 bambini non sono riconosciuti alla nascita.
Un fenomeno che cresce di anno in anno: donne che partoriscono ma poi non riconoscono il loro bambino e lo lasciano in ospedale, affidato alle mani sicure di medici e infermiere.
Il 70% di queste madri segrete è composto da donne immigrate, il 30% da ragazze italiane, giovanissime, spesso cresciute in aree degradate, marginali, dove una gravidanza precoce (e senza marito) è tutt’oggi una ferita all’onore del clan.

Molte, l’82%, restano incinte per la prima volta, al Nord come al Sud, ma la maggioranza di parti anonimi (48,7%) avviene nel Centro Nord, laddove gli ospedali sono grandi, la legge è un po’ più conosciuta, ed è più facile nascondersi tra la folla.

“Avere una stima ufficiale dei parti segreti non è facile proprio per la tutela dell’anonimato. L’unica traccia sono le schede di dimissione ospedaliera – spiega Enrico Moretti, dell’Istituto degli Innocenti di Firenze – dove si registra che in quel giorno e a quell’ora c’è stato un parto e che la madre non ha riconosciuto il figlio. Ma non sempre le regioni comunicano i dati, non esiste un’anagrafe degli abbandoni, possiamo dire però con approssimazione che i casi sono circa 350/400 l’anno, in gran parte figli di donne straniere.”

Ma come è possibile che in Italia ci siano ancora sacche di povertà così assolute? E perché queste donne non vengono aiutate prima? La verità è che in Italia c’è una emergenza infanzia sommersa e taciuta. Non solo minori abbandonati, ma anche malnutriti, senza vestiti, senza latte, senza pannolini, senza medicine, come denunciano ormai da anni le associazioni di aiuto per le neo-mamme che si occupano della sopravvivenza delle donne in gravidanza, e poi dei primi mesi di vita dei loro neonati.

Sono due milioni i bambini poveri nel nostro paese, dice l’Istat, a rischio di fame e malattie, e di questi 700mila hanno tra 0 e 3 anni. Un’emergenza tale che nel giro 15 anni le antiche ruote degli esposti, “rinate” a metà degli anni Novanta sotto forma di modernissime culle termiche collegate ai sensori dei Pronto Soccorso, sono triplicate accanto ai grandi poli ospedalieri e ai centri maternità.

(Fonte: Repubblica 10/6/2011)