Kosovo. Il ricordo di Laura rivive ogni anno nella memoria dei bambini della scuola che porta il suo nome

Una scuola ricostruita e inaugurata nel 2000: da allora, ogni anno gli insegnanti organizzano celebrazioni e momenti di ricordo per quella donna vulcanica e entusiasta che ormai si sentiva ed era percepita come ‘una kosovara’. 

Anche quest’anno la scuola di Grabovc, in Kosovo, non ha rinunciato a ricordare la forza e l’amore di Laura Scotti, la giovane collega di Ai.Bi. venuta a mancare nel 1999 a causa di un incidente aereo.

Quella scuola porta il suo nome e anche se le celebrazioni non si sono potute tenere nella stessa forma degli altri anni, gli insegnanti non hanno rinunciato a raccontare agli studenti chi era Laura, mentre nella casa famiglia si sono accesi ceri e si è pregato per lei.

Ecco una testimonianza di quella giornata.

La scuola di Grabovc, in Kosovo, è stato uno dei progetti cui Laura Scotti teneva di più: immersa in una vallata che d’autunno si colora di arancio e rosso, l’istituto porta il nome della collega di Ai.Bi. che perse la vita nell’incidente aereo del 12 novembre 1999 sul volo umanitario del World Food Program, in fase di atterraggio a Pristina.

Una scuola ricostruita e inaugurata nel 2000: da allora, ogni anno gli insegnanti organizzano celebrazioni e momenti di ricordo per quella donna vulcanica e entusiasta che ormai si sentiva ed era percepita come ‘una kosovara’.

I maestri raccontano la sua storia ai bambini di prima elementare, ne rinnovano la memoria a quelli delle classi successive. E anche quest’anno il rito si è ripetuto, come queste foto testimoniano.

Laura arrivava a Grabovc a bordo di un Defender bianco insieme alle colleghe della sede di Ai.Bi. Kosovo e accompagnava giornalisti italiani a vedere il luogo dove quella scuola un giorno sarebbe risorta. Nel ’99 l’edificio era stato danneggiato e intorno era stata costruita una tendopoli per le famiglie del villaggio così come alcuni spazi protetti, i famosi Punti Ai.Bi, luoghi per bambini che imparavano di nuovo a giocare dopo aver vissuto anni angoscianti. “Laura entrava in questi giochi come una bambina – ricordano oggi gli amici di allora – e ci faceva molto ridere. Un comportamento diverso da quelli cui eravamo abituati di solito con gli animatori”.

Per Laura, che aveva visto il Kosovo subito dopo i bombardamenti, al termine della guerra, la possibilità di costruire le basi di una generazione futura attraverso le scuole era una possibilità concreta per far ripartire un paese distrutto.

Francesca Mineo