Kyenge: “Il tavolo di coordinamento c’è e ha sempre lavorato”. Griffini (Ai.Bi.): “Allora perché ci sono così tanti minori soli nei centri di accoglienza?”

kyenge 350“Ci stiamo lavorando”. Così il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge risponde alla richiesta dell’Associazione Amici dei Bambini della istituzione di una immediata “cabina di regia” per coordinare le attività nell’emergenza Lampedusa.

La posizione del presidente di Ai.Bi., Marco Griffini, è stata chiara: “In passato, quando ci sono state situazioni di emergenza, il ruolo del governo è stato fondamentale per tempestività organizzativa. Non chiediamo soldi. Per poter essere efficaci nella nostra azione urgono indicazioni coordinate e precise su come smistare gli ospiti del Centro di Prima Accoglienza. Urgono referenti precisi, risposte rapide e un contesto organizzativo chiaro”.

La ministra affida a una scarna dichiarazione, rilanciata all’agenzia AdnKronos, la sua risposta: “Vorrei sottolineare che in questi mesi abbiamo lavorato ad un tavolo per i minori non accompagnati, finanziato con 20 milioni di euro a sostegno di questo tipo di emergenza. Il tavolo c’è e ha sempre lavorato”.

Dal sito della Presidenza del Consiglio risulta quanto segue:

“Per far fronte ai problemi indotti dal fenomeno dell’immigrazione, il Governo ha incrementato di 20 milioni di euro il Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (il fondo è stato istituito con l’articolo 23, comma 11, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, quinto periodo)”.

Per capire come lavora, se e che cosa sta facendo – concretamente e in questa specifica emergenza – questo tavolo, Ai.Bi. ha chiesto di poter rivolgere alla ministra qualche domanda di chiarimento.

I quesiti sono due e semplicissimi:

1)      se c’è questo tavolo e se funziona perché ci sono ancora minori soli nei centri di accoglienza?

2)      come mai i minori da 0 a 6 anni vengono accolti in comunità educative anziché in case famiglia o in famiglie affidatarie  (come previsto dalla legge 184/1983, art.2 comma 2 )?

Attendiamo con pazienza una risposta, sperando in tempi più brevi rispetto ai  ” quindici giorni ” indicatici , seppur con gentilezza , dal suo  ufficio stampa .