La cooperazione in cerca di futuro si riunisce a Milano

Il fatto che in Italia si torni a parlare di cooperazione internazionale e che lo si faccia ad altissimi livelli, di per sé, è già una buona notizia. Il Forum Nazionale della Cooperazione allo sviluppo promosso dal Ministro per l’integrazione e la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi, che si terrà a Milano l’1 e il 2 ottobre, suscita legittime aspettative nel mondo delle ong, che vedono in questo evento la fine di un  black-out italiano sui temi dello sviluppo: “E’ un’esigenza manifestata da tempo dal mondo delle ong”. Spiega Nino Sergi, presidente di Intersos e membro del consiglio direttivo della rete Link 2007, che “quella di riprendere a livello di istituzioni e società insieme una riflessione ampia sul senso della cooperazione oggi, per far fare un salto culturale all’Italia che in questi 20 anni si è un po’ chiusa su se stessa, distratta di fronte al mondo che stava cambiando”.

Tutti d’accordo – e fortemente coinvolti – sul valore culturale e simbolico dell’evento: “La logica di fondo di Riccardi, vale a dire che bisogna parlare di cooperazione perché rientri nell’agenda politica, ci vede completamente d’accordo”, aggiunge Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid. Il fatto che al Forum saranno presenti, oltre al Ministro, anche il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rappresenta, dice Claudio Ceravolo, presidente di Fondazione Coopi, “un messaggio chiaro al Paese” e crea la speranza, come spiega Alessandro Grassini, direttore generale Acra, “che la cooperazione rientri nelle priorità politiche”.

Anche se – e questa consapevolezza è fortemente condivisa da tutto il mondo della cooperazione – è illusorio aspettarsi segnali immediati e concreti soprattutto sull’annosa questione delle risorse e sull’altrettanto annosa riforma di legge 49 che, pur avendo ripreso il suo iter parlamentare, non sembra molto vicina all’approdo: “Il Forum non ha l’obiettivo di risolvere i problemi della cooperazione nello stretto presente, ma di prepararci a un prossimo futuro,”, spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. “Noi speriamo che il Forum lanci le basi per una nuova cooperazione per il Governo che verrà nel 2013”.

“Ci auguriamo che ne esca una visione strategica a lungo termine” aggiunge Ceravolo, “tesa a ridare un ruolo di cooperazione all’Italia, perché rinunciare ad essa significa rinunciare alla presenza sulla scena mondiale. Non a caso i Paesi più in crisi di noi, per esempio la Spagna, non hanno azzerato la cooperazione”.

“Ci piacerebbe”, entra nel dettaglio Daniela Bernacchi, direttore generale di Intervita, “vedere una rilegittimazione della cooperazione italiana come elemento fondante della politica estera, che non significa solo rivedere gli investimenti, ma riacquisire quella credibilità che negli ultimi anni è andata persa”, anche attraverso la creazione di un sistema Italia della cooperazione, che sappia valorizzare e mettere in rete le esperienze, ora troppo frammentate, di ong, enti pubblici, società civile, piccola e media impresa”.

(Vita, Silvana Rubino, Settembre 2012)