La crisi del Kirghizistan inizia a colpire: chiudono due agenzie negli Usa

kirghizistanIl telefono dell’agenzia per le adozioni Christian World Adoption, a pochi chilometri dalla bellissima cittadina di Ashville, nella Carolina del nord, continuava a suonare. Avevano puntato tutto sulla Cina e sulla Russia, fin dal lontano 1991. Le famiglie arrivavano da tutti gli stati americani.

Anni dopo, i responsabili si erano recati nel Kirghizistan e avevano avuto, come unica agenzia negli USA, l’autorizzazione a trovare bimbi per le loro famiglie: 65, per la precisione, le quali avevano seguito il lungo iter per adottare bambini provenienti da un orfanotrofio di un paese povero dell’ex URSS.

L’agenzia aveva ottenuto la licenza per adottare anche dall’Etiopia.

A fine 2012, il primo triste annuncio: per adottare un bimbo dalla Cina bisognava aspettare fino a sei anni e la Christian World Adoption aveva chiuso i battenti nella terra di Mao.

Poi, un’altra notizia: il primo gennaio, la Russia aveva vietato le adozioni ai cittadini americani.

L’agenzia voleva rimanere aperta per portare a termine le adozioni in Kirghizistan, dove tutto invece era invece bloccato. C’era però una remota possibilità: una nuova legge che forse avrebbe permesso alle agenzie di adottare dopo aver conseguito degli accordi individuali con 4 Ministeri e con i ‘security services’, (servizi di sicurezza).

Ma il tempo passava e le scarse finanze dell’agenzia della Carolina non le hanno più permesso di continuare il proprio lavoro.

Giorni fa il triste annuncio sul sito: non possiamo continuare ad operare. Così le famiglie che ancora aspettavano i loro bimbi del Kirghizistan sono rimaste senza parole.

La stessa triste vicenda si concludeva nell’Illinois presso un’altra agenzia, la Adoption Ark.

Le adozioni che concludeva in Russia rappresentavano almeno la metà dei propri introiti annuali; ora, con la chiusura da parte della Russia, non era più possibile mantenere lo staff della loro sede, nel paesino di Wheeling.

Sono momenti davvero difficili per le agenzie americane e Chuck Johnson, CEO del National Council for Adoption, ha previsto che altre agenzie, purtroppo, dovranno chiudere.

(Silvia Kramar, Corrispondente Usa di Ai.Bi.)