La ruota degli esposti? Un pericolo per le madri

M.CavallocASC«La culla termica? Una follia. Significa incoraggiare il fenomeno del parto in situazione di rischio, al di fuori di strutture ospedaliere attrezzate». È contraria la presidente del Tribunale dei minorenni Melita Cavallo, all’ iniziativa della Farmacap di istallare una sorta di “Ruota degli innocenti” in una delle farmacie comunali della città.

Si legge sul sito di Repubblica.it che pubblica un’intervista a Melita Cavallo.

Presidente, quale è la ricetta per aiutare le donne che, una volta partorito, non se la sentono di essere le madri?

«Tanto per cominciare i soldi spesi per queste culle termiche andrebbero utilizzati per far sapere a tutti che negli ospedali si può partorire in totale sicurezza e in totale anonimato.

Ma quanti sono i bambini abbandonati ogni anno nella capitale?

«Sono pochi. In tutta la regione nel 2009 sono stati 61, a Roma poco più della metà. Da gennaio a d oggi 25 in tutto il Lazio». C’ è una sorta di identikit di queste mamme costrettea un passo così doloroso? «Molte sono extracomunitarie. Donne che non hanno possibilità economiche, non hanno casa né lavoro o non possono tornare nel loro paese con un bambino».

Un bimbo lasciato in ospedale rispettando l’ anonimato della madre, può una volta adulto conoscere l’ identità di chi l’ ha partorito?

«Attualmente non può; ma vi sono più proposte di legge che consentono all’ adottato non riconosciuto alla nascita, raggiunta un determinata età (40 anni), la possibilità di conoscere le sue origini. La Commissione Giustizia della Camera presieduta da Giulia Bongiorno ha fatto al riguardo più audizioni di esperti, ed in questa sede ho ritenuto di proporre che alla madre sia richiesto, al momento del parto, se intende consentire al figlio biologico adottato, una volta adulto, di avere notizie sulla sua persona. Già da subito, comunque, potrebbe esserle chiesto di lasciare agli atti notizie quali nazionalità, età, eventuali malattie genetiche e, ove possibile, i motivi dell’ abbandono. In tal senso ho fatto, da alcuni mesi, apposita richiesta al Ministro della Salute». Accade spesso che qualcuno adottato si rivolga al tribunale per sapere qualcosa sui genitori naturali? «Oggi è riconosciuto questo diritto all’ adottato, e le istanze inoltrate nello scorso anno 2009 sono state 43. Nessuno di loro ha mai espressamente chiesto il nome della madre, ma sempre il perché dell’ abbandono e l’ esistenza di fratelli o sorelle».