L’aumento della povertà? Colpite soprattutto le famiglie giovani e con figli. Griffini (Ai.Bi.): “Questa non è ‘una’, ma ‘la’ priorità”

“Sostenere le adozioni internazionali. Una coppia non può vedersi costretta a sborsare 20mila euro senza alcun supporto dallo Stato”

L’aumento della povertà? Colpisce soprattutto le famiglie giovani e con figli. Un dato veramente inquietante, che fa il paio con l’inverno demografico che sta lentamente spegnendo la società italiana, che lo scorso anno ha vissuto il punto più basso in termini di nascite addirittura dall’Unità nazionale… Eppure è così, secondo il report di OpenPolis e Impresa Sociale Con i Bambini, le famiglie con figli hanno sofferto di più la crisi economica, in particolare quelle giovani. Tanto che il 16% dei nuclei famigliari con figli minori e la persona di riferimento giovane (18-34 anni), si trova in povertà assoluta, vale a dire che non può permettersi neppure le spese essenziali per condurre uno standard di vita minimamente accettabile.

Così, mentre negli anni 2000 le differenze generazionali erano generalmente più contenute e viveva in povertà assoluta all’incirca solo il 4% della popolazione, senza differenze marcate tra gli over 65 (4,5% assolutamente poveri nel 2005) e i più giovani (3,9%), nel corso dell’ultimo decennio chi ha meno di 18 anni è diventato il più esposto alla povertà assoluta.

L’aumento del gap generazionale si segnala nella maggiore difficoltà delle famiglie con figli, in particolare di quelle più giovani. Tra le famiglie giovani con figli minori, l’incidenza della povertà assoluta è continuata ad aumentare. Anche i dati relativi agli ultimi due anni disponibile segnalano questa tendenza. Tra tutte le famiglie con almeno un figlio minore, la povertà assoluta ha segnato un leggero aumento (dal 10,5% del 2017 all’11% del 2018).

“Questi dati – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini – sono veramente sconfortanti e tragici. Questa dovrebbe essere non ‘una’, ma ‘la’ priorità per la classe politica. Un Paese che invecchia e con coppie non fanno figli è già un dramma. Se, per giunta, quando li fanno, si vedono costretti alla miseria, allora significa che il sistema è completamente inceppato. Le adozioni internazionali, lo sosteniamo da tempo, possono dare un impulso a contrastare la crisi demografica, ma vanno sostenute. Anche finanziariamente. Non è plausibile pensare che una coppia che, con il suo gesto, sana un’ingiustizia terribile come l’abbandono di un bambino, debba essere costretta a sborsare almeno 20mila euro, senza godere di alcun supporto da parte dello Stato. Stato che, peraltro, scopriamo aver stanziato dei fondi per le adozioni che poi non sono stati spesi!”.