Le famiglie di Ai.Bi. aderiscono al Family Day. Griffini: “Prima vengono i diritti dei bambini abbandonati, non gli interessi degli adulti”. Riccardi: “L’affido rinforzato aumenta la precarietà dei minori”

family day 400286Stare dalla parte dei bambini. È sempre stato questo l’impegno di Ai.Bi. ed è in virtù di questo impegno e della ferma convinzione che i diritti dei più piccoli vengano prima di quelli degli adulti che le famiglie adottive e affidatarie di Amici dei Bambini aderiscono al Family Day. Genitori e figli testimoni di accoglienza saranno in piazza a Roma, sabato 30 gennaio, per la grande manifestazione che i comitati in difesa della famiglia hanno organizzato per dire “no” alla legge sulle unioni civili e “sì” al diritto di ogni bambino ad avere una vera famiglia.

Due giorni prima, il 28 gennaio, avrà cominciato il suo iter parlamentare il disegno di legge Cirinnà, che, nel testo attuale, prevede la stepchild adoption: la quale, autorizzando l’adozione del figlio del proprio partner anche nelle coppie omosessuali, apre di fatto la strada all’adozione gay e al ricorso alla disumana pratica dell’utero in affitto.

Sul tema è intervenuto con forza il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, definendo le unioni civili “una grave distrazione” che mette in secondo piano i veri problemi della nostra società.

Insomma, la politica sembra preoccuparsi dei diritti di poche persone, pensando al presunto diritto ad avere un figlio a tutti costi, piuttosto che a quelli di milioni di bambini abbandonati. In Italia ci sono circa 5 milioni e 300mila coppie sposate senza figli, che potrebbero diventare le nuove famiglie di 5 milioni di piccoli orfani o abbandonati. Invece l’adozione è diventata sempre più una vera via crucis, finita ormai da troppo tempo nel dimenticatoio del governo. L’adozione internazionale è abbandonata a sé stessa, afflitta dalla piaga della scarsa trasparenza, da costi e tempi eccessivi, da una burocrazia labirintica, da un’Autorità Centrale paralizzata. Non sta meglio l’adozione nazionale che ancora non può disporre di una banca dati dei minori adottabili.

“Questo esercito di coppie sposate senza figli – dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – non viene presa in considerazione. Anzi, viene sempre più ostacolato nella sua strada per accogliere un minore abbandonato. E tutto ciò perché si preferisce porre maggiore attenzione su poche centinaia di coppie omosessuali che cercano un figlio soltanto per soddisfare il loro egoismo. In questo modo si calpestano non solo i diritti dei bambini, ma anche quelli di tante povere donne rese schiave perché costrette a vendere il proprio corpo, ‘affittando’ il proprio utero”.

Ben poco si fa per sostenere la famiglia. “Se i bambini votassero – lancia la sua provocazione Griffini -, Renzi metterebbe sicuramente da parte l’idea delle adozioni gay. Invece si rischia di vedere negato il diritto di ogni minore ad avere un papà e una mamma”.

Poco risolverebbe anche l’eventuale approvazione di un ddl che preveda il cosiddetto “affido rinforzato”, una possibile attenuazione della stepchild adoption. “Una proposta che – evidenzia Cristina Riccardi, membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’affido -, oltre a non garantire a ogni minore il diritto alla famiglia, va esattamente nella direzione opposta a quella indicata dal legislatore: quella di garantire una famiglia a un bambino temporaneamente in difficoltà nella propria, con il chiaro obiettivo del rientro in quest’ultima”. L’affido rinforzato, secondo Riccardi, comporterebbe anzi il riconoscimento giuridico dell’affido sine die, ovvero senza termini di tempo e senza un progetto di rientro del minore nella sua famiglia originaria. Oltre ad aggravare la confusione tra adozione e affido. “Si tratterebbe solo di dare un altro nome alla stepchild adoption – conclude Riccardi -, ma ancor più a scapito dei bambini che, non solo sarebbero privati di una mamma e un papà, ma si troverebbero anche in una situazione di precarietà”.

È per dire no a tutto questo che le famiglie di Ai.Bi. saranno in piazza per il Family Day, perseguendo – come ha detto il cardinale Bagnasco – delle finalità “assolutamente necessarie”.