Legge di Bilancio 2023: le misure per le famiglie

La Manovra ormai in approvazione introduce diversi provvedimenti in favore delle famiglie: dalla riduzione dell’Iva su molti prodotti per la prima infanzia, alle maggiorazioni dell’Assegno Unico e l’istituzione del “reddito alimentare”

Sono giorni frenetici per la Legge di Bilancio 2023, che deve essere approvata entro la fine dell’anno così da scongiurare il pericolo di finire in “esercizio provvisorio”. Dopo l’approvazione alla Camera, il testo è approdato in Senato, dove verrà posta la fiducia e, entro dicembre, dovrebbe arrivare il via libero definitivo.
Anche per questo, ormai non ci si aspetta saranno introdotti ulteriori cambiamenti nel testo che, dunque, può ormai considerarsi sostanzialmente definitivo. Visto, dunque, che finora il tempo per analizzarlo è stato poco, anche in attesa di eventuali cambiamenti dell’ultimo momento, si possono iniziare a fare le prima analisi di ciò che nella manovra è contenuto, a partire, naturalmente, da quanto è stato previsto in favore delle famiglie, tra le principali destinatarie di diverse misure che dovrebbero dare un respiro in più in un momento non certo semplice.

Misure per le famiglie: taglio dell’Iva e maggiorazioni dell’Assegno Unico

Partendo da quanto scatterà in automatico, per tutti, alla prima spesa dopo l’1 gennaio, c’è la riduzione dell’Iva al 5% su diversi articoli per l’igiene femminile e per la prima infanzia. L’Iva ridotta scatterà sugli assorbenti, il latte in polvere o liquido per neonati e per i primi anni di vita, preparati alimentari per pappe, semolini, amidi, fecole; pannolini e seggiolini per le auto.
Già noti i cambiamenti in vista per l’Assegno Unico, con l’incremento del 50% dell’assegno per i figli al di sotto di un anno e per i figli da uno a tre anni per i nuclei con 3 o più figli e ISEE inferiore a 40mila euro. Un ulteriore emendamento ha poi previsto l’aumento del 50% della maggiorazione forfettaria per i nuclei familiari con 4 o più figli, portandola, così, a 150 euro mensili.
Per chi, invece, una famiglia ancora deve “metterla su”, è stato prorogato per tutto il 2023 l’agevolazione per l’acquisto della prima casa da parte di giovani al di sotto dei 36 anni.

Congedi parentali e un nuovo fondo alimentare per i più bisognosi

Altro capitolo già noto quello dei congedi parentali, con la possibilità di usufruire di un mese di congedo facoltativo (compreso in quelli già previsti, non in più come inizialmente pensato) con una retribuzione all’80% dello stipendio. Grazie a un emendamento, la misura può essere sfruttata sia dai padri sia dalle madri, in maniera alternativa (ovvero, può usufruirne uno solo tra i due genitori).
Una novità è l’istituzione di un fondo da 500 milioni da destinare all’acquisto di beni di prima necessità per i nuclei familiari con ISEE inferiore a 15mila euro. La misura andrà poi specificata, entro 60 giorni, tramite un decreto che ne individui e definisca le modalità di erogazione, i criteri, le cifre esatte spettanti, ecc.
Se questo fondo è contenuto nell’articolo 78 della Legge di Bilancio, l’articolo 78-bis istituisce, invece, in via sperimentale, un fondo per il “reddito alimentare” che ammonta a 1,5 milioni per il 2023 e 2 milioni per il 2024. Anche in questo caso le norme di attuazione sono ancora da specificare, ma il sistema dovrebbe portare a distribuire nelle città metropolitane dei pacchi alimentari destinati alle famiglie che si trovano in povertà assoluta.
Queste le principali misure che impattano in maniera diretta e dichiarata sulla vita delle famiglie, ma tante altre norme contenute nella Manovra faranno sentire i loro effetti sulle famiglie, anche se non rientrano in questa “categoria”. Un esempio è il taglio del cuneo fiscale del 2% per i redditi fino a 35.000 euro e al 3% per quelli inferiori ai 25 mila euro. Essendo un taglio sulla percentuale dello stipendio, il valore esatto della maggiorazione dipende da quanto guadagna ciascuno. Indicativamente, per redditi fino a 10mila euro, il guadagno sarà di poco più di 19 euro al mese per un totale di circa 230 euro all’anno. Euro che salgono a 346 all’anno per chi guadagna 15mila euro; 395 per chi ne guadagna 20mila; 493 per chi ne guadagna 25 mila.