L’incontro con Alì, il piccolo rifugiato siriano dal sorriso grande come il mondo

bambini siriani ambulanti turchia OKAlì ha quattordici anni, viene da Aleppo e ha un sorriso grande come il mondo.

M’intercetta davanti a un ristorante siriano di Gaziantep, mentre esco dal taxi, e mi vende un pacchetto di gomme alla menta. Gli chiedo se sono buone, lui mi risponde di sì.

Sto aspettando amici, quindi mi fermo a parlare con il mio nuovo amico. Fa freddo, per essere una serata di primavera. Alì si stringe nella felpa, seminascosto dal cappuccio. E mi sorride.

Apprendo che è arrivato in Turchia con i suoi genitori e i suoi fratelli circa un anno fa. Alì non studia: mi fa capire che gli piacerebbe, ma la sua famiglia non se lo può permettere, per questo è costretto a vendere chewing-gum. Un ragionamento che fila, dopotutto: in Turchia, migliaia di bambini siriani condividono la sua stessa situazione.

Alì ha lo sguardo sveglio, ma anche un po’ furbo. Non posso fare a meno di domandarmi se a scuola sarebbe un primo della classe o uno di quei talenti un po’ troppo vivaci che le insegnanti stentano a tenere sotto controllo e a far fruttare come si deve.

Ad Alì piace parlare, peccato non riesca a seguire tutto quello che dice. Allora gli mostro sul cellulare le foto della ludoteca creata da Ai.Bi. a Binnish, inclusi i bambini che giocano, disegnano, colorano. Non so bene perché lo faccio: se è per spiegargli in cosa consiste il mio lavoro o per giustificare a me stesso che, in fondo, non lo sto lasciando solo. Lui si mostra sorpreso: «Si trova a Idlib? Come fate con le bombe?» “Boom, boom”, fa con le mani. Allargo le braccia: «In qualche modo facciamo.»

A un tratto ricevo una chiamata: mi aspettano all’interno del ristorante.

«Che cosa resti a fare, qui al freddo? Non vai a casa a dormire?» gli chiedo, prima di andare. «Lâ!», mi risponde in arabo Alì, sollevando il mento in segno di negazione. Come a dire: ho ancora da fare, qui. Con la coda dell’occhio intanto ha già individuato il prossimo “cliente”: un signore che si è fermato a qualche metro di distanza e scarica alcune cose dal bagagliaio della macchina.

Prima di allontanarsi, Alì mi sorride ancora una volta e, sollevando la confezione di gomme alla menta, mi dice: «Thank you

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.