Lo sciopero della scuola corre online. Oggi è il “No DaD Day”, chiesto da insegnanti e genitori

Il comitato promotore chiede la riapertura di tutti gli istituti scolastici a settembre

Il mondo della scuola è in subbuglio. Le famiglie, con i genitori ormai tutti tornati ai propri posti di lavoro, sono in difficoltà a gestire i figli e le loro lezioni in queste ultime giornate dell’anno scolastico 2019/2020. E, così, nell’era del Coronavirus, anche lo sciopero esplode online: si tratta del “No DaD Day”. Il comitato promotore, su proposta di diversi gruppi di diverse città (tra cui spiccano Comitato Priorità alla Scuola, Lavoratori Autoconvocati Scuola e Genitore Attivo), ha infatti invitato il personale docente ad astenersi in maniera massiccia dalla teledidattica per la giornata di oggi, mercoledì 3 giugno.

Sciopero della scuola online: “Smetterla di fingere che questo anno scolastico sia stato svolto e abbia un valore”

“È ora di fare un gesto, sia pure simbolico – ha scritto il comitato – per smetterla di fingere che questo anno scolastico sia stato svolto e abbia un valore. È ora di dare un avvertimento per settembre: non siamo più disposti a continuare con la didattica a distanza“. Una protesta che è nata sui social, attraverso il passaparola e le tante lettere inviate alle classi da genitori contrari alla didattica a distanza.

Sciopero della scuola online: “Le scuole vanno riaperte, tutte”

“Con questa astensione – ha spiegato ancora il comitato organizzatore dello sciopero – ribadiamo quello che diciamo da aprile: a settembre le scuole vanno riaperte, tutte, di ogni ordine e grado, per tutti, senza riduzione di orario, senza turni, senza didattica mista, senza esternalizzazioni di metà del tempo-scuola. Non c’è più tempo: il governo deve reperire e mettere a disposizione tutte le risorse necessarie. Occorre investire in spazi adeguati e in misure di prevenzione, aumentare massicciamente il personale docente e ata. Non può scomparire dalle priorità di governo ogni riferimento al reperimento di risorse straordinarie, mentre si propone la riduzione del tempo scuola e si lascia via libera al fai-da-te delle singole istituzioni e all’arbitrarietà dei singoli dirigenti di decidere turnazioni/alternanze e utilizzo di didattica a distanza (già dalla scuola media!). E’ inammissibile che lo Stato destini decine di miliardi alle imprese private e riservi alla scuola pubblica solamente un miliardo e mezzo in due anni. Non accetteremo niente di tutto questo”.