L’ultima atrocità della guerra civile: 145 bambini rapiti per farne kamikaze

guerra-bambini200Sono forse la novità più tragica della guerra civile siriana: i bambini kamikaze. Per ora non sono ancora una certezza, ma una possibilità molto concreta che, se confermata, dimostrerebbe il drammatico livello di atrocità raggiunto dal conflitto che insanguina il Paese mediorientale da più di 3 anni, senza risparmiare davvero nessuno.

Il timore nasce dal rapimento di 145 bambini siriani avvenuto nei giorni scorsi ad opera dei miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis). I minori, tutti residenti a Kobani, sarebbero stati prelevati sulla strada tra Aleppo e Minbej, mentre tornavano da scuola, dopo aver sostenuto gli esami di fine anno, proprio in alcune aree di Aleppo controllate dal regime di Bashar al-Assad.  La denuncia di quanto avvenuto arriva dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus).

I genitori di alcuni degli scolari rapiti temono che i loro figli vengano sottoposti a una sorta di lavaggio del cervello per poi essere usati come attentatori suicidi. Una paura nata dopo che 5 di loro sono riusciti a scappare e hanno raccontato di avere ricevuto dai loro sequestratori lezioni “sulla Jihad contro i nemici di Dio e gli apostati”.

A fine maggio, lo stesso Isis aveva rapito altre 193 persone, di età compresa tra i 17 e i 70 anni, dalla cittadina di Qubasin, nella provincia di Aleppo.

I miliziani dell’Isis controllano vaste zone nel nord della Siria e nei giorni scorsi hanno lanciato un’offensiva anche nelle regioni settentrionali dell’Iraq, con il probabile obiettivo di formare un califfato islamico transnazionale.

Nel frattempo, secondo quanto denunciato dallo stesso Ondus, le forze lealiste avrebbero bombardato un campo profughi nei pressi della cittadina di Shajara, provocando la morte di 9 persone, tra cui 5 bambini. Al regime di Assad, l’Opac – l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche in Siria – imputa anche l’utilizzo sistematico di agenti chimici tossici. “Agenti irritanti polmonari come il gas cloro – denuncia l’Opac – sono stati usati in maniera sistematica in un certo numero di attacchi”. Il direttore generale dell’Opac, Ahmet Uzumcu, ha dichiarato che la missione “continuerà il suo importante lavoro di raccolta dati per portare i fatti alla luce”.

Fonti: Ansa, Rainews