Ma è proprio così importante per un bambino abbandonato avere due genitori di sesso diverso?

Buongiorno,

mi chiamo Paolo e sono un padre adottivo molto felice. Durante i viaggi che ho fatto con mia moglie per adottare nostro figlio, siamo stati più volte in visita in istituto e abbiamo avuto modo di conoscere e vivere questa triste realtà. Abbiamo visto con i nostri occhi la tristezza e non ci sono parole per descrivere l’aria che si respira.

Secondo me tutti i bambini che vivono in questi istituti hanno bisogno di amore, di persone che si prendano cura di loro, che diano loro stabilità affettiva, amore, tanto amore.

Non credo però che per loro sia così fondamentale che siano una mamma e un papà a fare questo, piuttosto che due mamme o due papà. Proviamo a riflettere da questo punto di vista.

Tutto il resto lascia il tempo che trova.

Grazie

 

 

Lisa TrasforiniCaro Giorgio,

la capacità di amare un figlio non è di certo legata all’orientamento sessuale ma alla maturità e alle competenze genitoriali: da sempre persone omosessuali hanno cresciuto figli.

Il percorso che un bambino compie per arrivare all’adozione non è semplice, passa attraverso almeno un abbandono e spesso anche molte altre traversie, l’essere accolto da una famiglia omosessuale, ad oggi, indubbiamente aggiungerebbe una serie di complessità rispetto ad un modello e ad un sogno che un bambino, soprattutto se grandicello, ha sviluppato. La questione e la riflessione sono davvero complesse e toccano aspetti di vario genere soprattutto se non ci si vuole limitare ad una posizione semplicisticamente progressista.

Se vuole le consiglio di leggere il libro “Voglio una mamma e un papà” scritto da me e da Giovanna Lobbia, dove appunto si parla di un tema di grande attualità: la possibilità di adottare un bambino da parte di coppie omosessuali – rovesciando la prospettiva e partendo dal punto di vista del bambino. La genitorialità non è un diritto né degli eterosessuali né degli omosessuali. Essere figlio è invece un diritto di ogni essere umano.

Grazie

Lisa Trasforini

Equipe Psicologica di Ai.Bi.