…ma l’ARAI non è un modello di efficienza economica!

Bonsai scrive:

Buongiorno,

ogni qualvolta una Regione si convenziona con l’Ente ARAI ci si ritrova a leggere considerazioni sull’operatività di questo Ente. Come nel caso della notizia riportata sul sito di Ai.Bi. nella quale si parla della Regione Calabria la quale ha approvato una delibera con cui è stata approvata una “convenzione” fra la stessa Regione, rappresentata dal Dirigente Dipartimento competente per “Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione professionale, Cooperazione e Volontariato” e l’Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali della Regione Piemonte (ARAI).

Come già detto più e più volte, da coppia che con l’ARAI ha adottato, l’Ente pubblico piemontese è un Ente che lavora con serietà, onestà, trasparenza, massima competenza. Strano a dirsi, per un Ente pubblico: eppure è vero! Comprensibile che ci sia, nel privato, chi vive la competizione del pubblico (soprattutto se efficiente) in malo modo, ed ecco allora che si parla di spreco di risorse (che appunto si sollecita vengano destinate al privato). Ben vengano le convenzioni regionali con il pubblico! ARAI è un ottimo Ente, non fa i numeri di altri Enti perché ha un bacino di utenza ridotto (poche Regioni, per ora almeno). La nostra esperienza diretta, è di un Ente di ECCELLENZA, quindi non solo non ci scandalizziamo se una Regione decide di convenzionarsi con l’Ente suddetto, ma ne siamo felici: per tutte le coppie che potranno usufruirne nel loro percorso adottivo, tra l’altro con costi ben più abbordabili, rispetto ai vari Enti privati, e per tutti i bambini che potranno così essere adottati e trovare una famiglia. Perché di questo si parla: bambini abbandonati e coppie che aspettano di diventare genitori.

Quello che ci scandalizza, non poco, è vedere quanto gli interessi economici diventino spesso prevalenti nel mondo adottivo.

Grazie

 

 

 

Antonio CrinòBuongiorno,

abbiamo avuto modo di ascoltare altre volte obiezioni simili alle vostre, anche perché, a una prima analisi, risultano del tutto logiche.

Vi chiedo però di provare a considerare anche alcuni altri elementi.

L’adozione internazionale è, dal punto di vista economico, un servizio, che naturalmente ha un costo.

Questo costo è interamente sostenuto dalle aspiranti coppie adottive, ferma restando poi la possibilità di dedurre il 50% delle spese sostenute in sede di dichiarazione dei redditi.

Il costo sostenuto dalle coppie adottive rappresenta anche il vincolo economico che gli Enti autorizzati devono rispettare: se le coppie pagano cioè per i servizi dell’Ente X 15.000 euro, l’Ente medesimo non può mediamente spendere per la realizzazione delle adozioni che porta a termine più dei 15.000 euro incassati, pena il fallimento.

C’è però un Ente che non soggiace a questo meccanismo ed è l’ARAI, che può permettersi non solo quei costi più abbordabili per le coppie, che anche voi ricordate, ma anche qualche inefficienza in più proprio perché gode di una sorta di un rimborso pubblico a piè di lista da parte della Regione Piemonte per la parte dei suoi costi che eccede quanto incassato dalle coppie adottive.

Se quindi un’adozione con l’ARAI finisce con il costare, tra contributi pubblici e pagamento delle coppie adottive, più di quanto costa con un Ente autorizzato privato, ovviamente a parità di requisiti qualitativi richiesti dalla Commissione Adozioni internazionali, tutto questo non può che essere chiamato per quello che è: un ennesimo spreco di denaro pubblico. Che, date le condizioni delle finanze italiane, sarebbe bene non perpetuare.

Consideriamo per esempio che nel 2012 l’ARAI ha realizzato l’adozione di 35 minori (33 nel 2011). E’ strano, alla luce di questi dati, farsi qualche domanda sull’opportunità di spendere quattrini dei contribuenti per tenere in vita un Ente pubblico per le adozioni, pur essendocene già oltre 60 privati?

E, a volere essere maliziosi, ora che è stato siglato anche questo accordo con la Regione Calabria proprio mentre la Lega nord invoca che i soldi dei contribuenti siano impiegati nel territorio regionale di provenienza, non è possibile neppure non farsi un’altra domanda.

Che cosa penserà il governatore leghista del Piemonte Cota del fatto che i contribuenti piemontesi possano da ora in poi indirettamente finanziare le adozioni internazionali delle coppie calabresi?

 

Un saluto

Antonio Crinò

Direttore Generale di Ai.Bi.