Ma un bambino adottato non sarà mai un nostro “vero” figlio

Carmela scrive:

La sensazione è che dovrebbe essere naturale per ogni coppia adottare. Ma non sempre, purtroppo, è così; proprio ieri parlando con una coppia che ha pensato e ripensato se presentare domanda o meno, mi sentivo dire che non pensano di compiere questo passo, perché sono convinti che alla fine questo figlio non sarebbe mai loro, perché è figlio di altri. E che le coppie che vivono come se fossero figli loro in tutto e per tutto si illudono, vogliono credere che sia così anche se non lo è. Ecco, questa coppia, che vive con tristezza e dolore la mancanza di figli biologici, non sente naturale una maternità o paternità adottiva, e non la riconosce, non è una coppia che può adottare. Almeno per ora…

grazie

 

Lisa TrasforiniGentile Carmela, nella sua lettera si evidenziano aspetti interessanti e profondi; uno di questi è il vissuto relativo alla mancanza di figli biologici; la psicologia ci “insegna” che questa è una realtà che attiva un vero e proprio lutto, un vissuto che va assolutamente elaborato; l’elaborazione consiste nell’accettazione del dolore, della perdita; è un passaggio evolutivo fondamentale per predisporsi ad un nuovo attaccamento. Certamente non è scontato diventare genitori di un bambino non generato da sé, che porta una storia e caratteristiche anche profondamente diverse dalle proprie, ci vuole tempo, disponibilità affettiva ed emotiva e un’apertura alla cui base deve proprio esserci l’elaborazione delle ferite pregresse che se non vengono accettate fino in fondo non permettono di creare lo spazio interiore per una filiazione adottiva, sono molte le considerazione che si potrebbero fare su questa coppia in specifico riferimento alla loro esperienza di vita come individui e come compagni.

Un saluto

Lisa Trasforini

Psicologa di Ai.Bi.