Mario Sberna: “Le famiglie non sono abbastanza importanti per il nostro Governo? Neppure l’ombra di un sottosegretario!”

MarioSberna2-300x291Primo attacco: “Mi aspettavo che un Ministro della famiglia fosse scelto ancora prima del Ministro all’economia!”.

Secondo colpo: “Quando si dice: tutto è famiglia, poi, stringi stringi, la famiglia scompare come soggetto economico”.

Terza bordata: “E’ assurdo che non ci sia ancora un interlocutore istituzionale!”

Non si nasconde dietro giri di parole né mezzi toni diplomatici Mario Sberna, deputato di Scelta Civica ed ex presidente dell’Associazione Famiglie Numerose.

Dalle pagine di Avvenire, si è rivolto direttamente ad Enrico Letta e al nuovo governo reclamando attenzione sull’emergenza famiglia e urgenti risposte.

Un appello che contiene anche una proposta esplicita: “Spero che la delega vada al ministro Graziano Delrio. Ha nove figli, sa di cosa si parla. Non vorrei che venisse chiamato un professorone che vive sulle nuvole”.

Parole forti e accorate, dettate dalle grandi speranze riposte nel nuovo governo, che sono state, almeno per ora, disattese: «Sono sorpreso, amareggiato, frustrato. Dal discorso di Enrico Letta alle Camere, dal suo riferimento al dramma della denatalità e alla famiglia come unico welfare in tempo di crisi, mi aspettavo che il ministro della Famiglia fosse una priorità. E invece stiamo ancora qui a discutere di deleghe con nomi fantasiosi e scopi molto aleatori, e non si vede l’ombra di un sottosegretario con il quale adesso, e non domani, le associazioni familiari possano andare a parlare dei loro problemi».

Subito, oggi, immediatamente: non sembrano le parole della politica.

“E allora vi racconto la mia esperienza degli ultimi giorni”, continua Mario Sberna. “Del mio stipendio da deputato ho deciso di tenere per me 2.500 euro al mese. Il resto lo darò alle famiglie bisognose. Bene, l’ho scritto sul mio sito internet e sono arrivate 352 richieste in tre giorni. Dovrò creare una lista d’attesa. Questo stato di povertà non vi sembra sufficiente perché l’esecutivo assegni almeno una persona al dialogo con le famiglie?”

Ma perché è tanto importante avere un membro di governo delegato alla famiglia? “Dire che tutta l’azione dell’esecutivo sarà centrata su questo tema non basta. L’ho già sentita tante volte questa rassicurazione. Ci vogliono competenze specifiche, la famiglia deve essere un soggetto economico e sociale. E poi c’è il ‘Piano Famiglia’ scritto con l’ex ministro Riccardi che deve essere portato avanti, non può restare lì sulla carta. Qualcuno se ne dovrà fare carico”.

E le priorità sono tante. Sberna ne elenca alcune, le più urgenti: “La rimodulazione delle tariffe, per stabilire il principio per cui il numeretto che esce sul contatore della corrente o del gas ha un valore diverso se in quella casa ci sono due persone o cinque o sette. E poi la riforma fiscale. Perciò ho chiesto di essere inserito nella commissione Finanze e non in quella Affari sociali. In fondo è lì che vorrebbero relegare le famiglie: dove si parla tanto, ma poi non si ha potere di decisione nemmeno su un centesimo”.

Con cinque figli che coprono tutte le fasce d’età, dall’università alle elementari, e un passato da presidente dell’Associazione Famiglie Numerose, Sberna conosce bene le necessità del cosiddetto “Paese reale”: fatti, non parole. E tanto meno promesse.

 

(Fonte: Avvenire, 5 Maggio 2013)