Messico: è allarme abbandono infantile. Nel 2023 abbandonati oltre 3 minori al giorno

Nel solo 2023 sono stati abbandonati 1239 bambini, un fenomeno aumentato del 260% rispetto al 2014. Il dramma di un neonato lasciato in una busta di plastica riaccende il dibattito

In Messico, l’abbandono di neonati e bambini avviene in modi estremamente drammatici: in scatole da scarpe, valigie e persino nella spazzatura. Questo fenomeno ha fatto scattare l’allarme, poiché i casi sono aumentati del 260% negli ultimi dieci anni, secondo le statistiche della Rete per i Diritti dell’Infanzia in Messico (Redim).
Solo nel 2023, sono stati abbandonati 1.239 bambini nel Paese; tuttavia, il picco più alto è stato registrato nel 2022, con 1.426 casi, segnando un incremento del 260% rispetto ai dati del 2014, secondo Redim, sulla base del Registro delle Lesioni 2019-2021 del Ministero della Salute.
Lo Stato del Messico è l’entità federale con il maggior numero di casi di abbandono e negligenza verso i minori, registrando nel 2021 il 28,01% dei casi totali. Proprio lì, nella città di Tultitlán, si è verificato un caso che ha scioccato il Paese.

Il caso che ha sconvolto il Messico

Lucio “N”, 18 anni, padre di un neonato, ha abbandonato il figlio appena nato in una busta di plastica per strada, dopo che la madre aveva appena partorito. Il neonato era ancora con il cordone ombelicale e ricoperto dalla placenta.
È emerso che Diana “N”, 21 anni, madre del bambino, avrebbe partecipato alla pianificazione dell’abbandono. La Procura Generale di Giustizia dello Stato del Messico ha recuperato conversazioni WhatsApp tra Diana e Lucio, in cui lei suggerisce di gettare il neonato in un canale d’acqua.
“L’ho consegnato a suo padre affinché mi aiutasse a capire cosa fare. Mi ha detto che lo avrebbe portato via e io sono rimasta a pulire perché ero al lavoro e non potevo lasciare tutto così. Pensavo che lo avrebbe portato in ospedale, non immaginavo che lo avrebbe abbandonato”, ha dichiarato Diana inizialmente.
Attualmente, il neonato abbandonato a Tultitlán riceve cure mediche presso l’Ospedale Regionale di Alta Specializzazione “Bicentenario de la Independencia”, essendo nato prematuro. Le sue condizioni di salute sono stabili, e sarà affidato al Sistema Nazionale per lo Sviluppo Integrale della Famiglia (DIF).

Diversi tipi di orfani in Messico

In un’intervista con PublimetroTania Ramírez, direttrice della Redim, ha condannato l’abbandono del neonato e ha chiesto alle autorità di ascoltare le testimonianze dei genitori per chiarire i fatti prima di procedere a eventuali sanzioni.
“È necessario capire cosa è accaduto e ascoltare questi giovani. Fino a pochi mesi fa, il padre era ancora un adolescente. Parliamo comunque di due persone adulte e legalmente responsabili”, ha affermato.
Ramírez ha inoltre sottolineato che la Redim assiste bambini e adolescenti orfani a causa di femminicidio, Covid-19 o per la scomparsa dei genitori. “I profili dei bambini e ragazzi che assistiamo sono molti. Ogni minore ha dei diritti e la nostra azione si basa proprio su questa ampiezza di contesto”, ha detto.

Quale reato è stato commesso e come viene punito?

Yadira Huerta, docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), ha spiegato che Lucio “N” sarà giudicato secondo il Codice Penale dello Stato del Messico, escludendo però l’ipotesi di tentato omicidio.
“A mio avviso, più che un tentato omicidio si tratta di abbandono, e quindi il reato deve essere classificato come “abbandono di persona”, poiché si tratta di un essere umano. Per fortuna il caso è diventato virale e ha attirato l’attenzione dei media, ma ci sono tantissimi altri casi simili”, ha dichiarato.
Huerta ha aggiunto che esistono anche altre forme di abbandono infantile, come i genitori che non versano il mantenimento (i cosiddetti “debitori alimentari”) o che lasciano i bambini in cinema o parchi, nel tentativo di minimizzare le conseguenze.

Reazione di Claudia Sheinbaum al caso

“Pur trattandosi di un reato, esistono cause più profonde dietro questi abbandoni. Noi parliamo sempre della necessità di affrontare le cause alla radice. Fortunatamente si tratta di casi isolati”, ha dichiarato la presidente Claudia Sheinbaum.
Dal Palazzo Nazionale, la presidente del Messico ha affermato che molti casi di abbandono sono legati alle difficili condizioni economiche delle famiglie: “Si tratta di dinamiche familiari, mancanza di informazione, comunicazione e forse anche di attenzione. La mia opinione è che la cosa più umana sia affrontare le cause profonde”, ha concluso.

[Fonte: Publimetro]

Questa storia evidenzia come non sia solo la povertà il motivo principale di un abbandono, ma anche la mancanza di informazione e di formazione. Proprio su queste tematiche si è concentrato il progetto Università delle buone prassi in Centro America, cofinanziato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali e promosso da Ai.Bi. Amici dei Bambini, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e quattro Università locali, portato avanti in El Salvador, Honduras, Messico e Repubblica Dominicana. Scopo dell’intervento è quello di collaborare con operatori e funzionari dei quattro sistemi di protezione alla gestione dei fenomeni in corso e all’individuazione di opportunità di miglioramento e buone prassi proprio per scongiurare casi di abbandono come quello avvenuto a Tultitlán, e i tantissimi altri che avvengono nel silenzio.