Michela Vittoria Brambilla: “Salvare l’adozione internazionale con una nuova legge per semplificare le procedure e ridurre i costi”

brambillaTorna a fare sentire la propria voce l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza da circa un anno. E lo fa, in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Tempo”, su uno dei temi che più stanno scaldando l’atmosfera politica di queste ultime settimane: le adozioni internazionali. Secondo l’onorevole Brambilla la crisi di questa realtà non sarebbe dovuta a un calo della disponibilità ad accogliere da parte delle famiglie italiane, ma piuttosto alle “crescenti difficoltà economiche” e alle “pastoie burocratiche”. Da qui, pertanto, nascerebbe l’esigenza di una nuova legge che semplifichi le procedure e riduca i costi.

 

Onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza, quali sono i punti nodali del problema che riguarda affidamenti e adozioni?

Al mondo le famiglie italiane sono tra le più disponibili ad accogliere minori, ma affidamenti e adozioni sono in forte calo. Il problema da affrontare è dunque la crisi, sia pure relativa, di questi istituti, determinata soprattutto da due fattori: la crescente difficoltà economica delle famiglie e le pastoie burocratiche. Per le adozioni internazionali, dove registriamo un -32% dal 2010 al 2013 con una conferma del trend negativo nei primi mesi del 2014, dobbiamo aggiungere un altro fenomeno: molti Paesi d’origine tendono a risolvere il problema dell’infanzia abbandonata con affidi o adozioni “interne”.

Cosa prevede la sua proposta di legge?

Riguarda le adozioni internazionali e ha due obiettivi: semplificare le procedure e ridurre i costi. Stabilisce che la sentenza di adozione pronunciata all’estero, sulla quale ha già esercitato il controllo la Commissione adozioni internazionali, è immediatamente valida in Italia e prevede la detraibilità fino al 100% delle spese sostenute per la procedura, sulla base di categorie reddituali. Per le spese di trasferimento e soggiorno è stabilito un limite di detraibilità di 5 mila euro (un’adozione internazionale può costarne 30 mila).

Come mai, spesso, un bambino viene tolto ai genitori indigenti invece di fornire la famiglia di un sussidio?

Se il problema è di natura economica, bisogna intervenire con sussidi o con altre forme di sostegno.

 

Fonte: Il Tempo