Moldova: il sogno di Ana

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la storia di Ana

Ogni volta che mi avvicino ad un bambino mi sento avvolta da tanti sentimenti. Anzitutto sento tenerezza per quello che è quel bambino e poi sento rispetto, per quello che può diventare.

Attraverso la sua ingenuità capisco che le cose semplici sono quelle che veramente contano e che ci vuole solo un suo sorriso per riavere la pace interiore e per far sorridere con sincerità anche coloro che non lo hanno fatto da tempo.

Un bambino ha un modo speciale di vedere il mondo. Lui non ha paura del futuro, perché costruisce la sua felicità sui sogni, mentre le storie in cui il bene vince contro il male, fanno parte della sua realtà quotidiana.

Lo leggiamo nei disegni, nei racconti e negli occhi dei bambini che seguiamo nell’Istituto no.3, nell’ambito del programma di Sostegno a Distanza.

Uno di questi bambini è Ana. Ha solo 6 anni e una fantasia che supera molto la sua età. Da Ana abbiamo saputo che la sua famiglia attraversa un periodo difficile in questi momenti, ma che un giorno, quando il papà tornerà dal penitenziario, potranno stare nuovamente tutti insieme come una famiglia vera e propria.

Ana è stata istituzionalizzata insieme alla sorella maggiore, per motivi di povertà. Loro padre è ora in detenzione, mentre la madre sta cercando lavoro per poter mantenere almeno se stessa.

Al fine di aiutare la famiglia, abbiamo iniziato a lavorare con la madre delle bambine, dalla quale abbiamo saputo che quando era molto giovane aveva perso sua madre in un incidente e che ulteriormente è stata adottata da una brava famiglia. Volendo restituire questo favore al destino, ha pensato di fare lo stesso gesto adottando, anche lei, una bambina – la sorella di Ana.

Le due sorelle mantengono un rapporto molto stretto e si vogliono bene, si aiutano e si visitano spesso, nonostante la piccola sia all’asilo d’infanzia, mentre l’altra sorella frequenta la scuola dell’istituto.

Entrambe le bambine si sentono molto legate alla madre ed anche la madre vuole loro molto bene.

Consideriamo questo un caso di reintegrazione familiare, ecco perché, daremo tutto il supporto a questa famiglia affinché fosse possibile ridiventare tale.

Siamo coscienti delle difficoltà che riscontreremo in questa nuova avventura, però dall’altra parte, la prendiamo come una sfida da affrontare, da vivere!

Silvia G
Assistente Sociale
Centro Servizi Sociali al Bambino e alla Famiglia