Nuovo censimento del non-profit? Sì, ma iniziamo a pensare al Quarto Settore

È iniziato da poco il censimento del Terzo Settore. A svolgere i lavori è l’ISTAT, che ha aperto ieri, lunedì 10 settembre alle ore 15:00, la possibilità di spedire, sia in cartaceo sia per email al sito dedicato, tutta la documentazione necessaria. Scopo: la rilevazione di tutti gli enti, le associazioni, le organizzazioni e le fondazioni operanti nel non-profit.

Anche il magazine VITA dà l’annuncio della mastodontica operazione, che prende il via dopo l’ultimo censimento avviato nel 2001, e che dovrà fare i conti con l’ipertrofia tipica del settore. Infatti le organizzazioni coinvolte sono diventate circa 475mila: quasi il doppio rispetto alle 235mila del precedente censimento. Si contano associazioni culturali, sportive e ricreative, cooperative sociali, fondazioni, enti ecclesiastici, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, sindacati, istituzioni di studio e ricerca, di formazione, mutualistiche e sanitarie.
La maggioranza delle istituzioni risulta ad oggi rappresentata da associazioni (79%), cooperative sociali (4%), organizzazioni di volontariato (3,1%), istituzioni di rappresentanza (3%). Dal punto di vista territoriale in Lombardia risiede il 14% delle realtà precensite, seguita da Lazio, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia (dati del Forum Terzo Settore).

La posizione di Ai.Bi. è nota da tempo: un settore confuso, numericamente così saturo e dalle caratteristiche così eterogenee e dissimili tra loro sta rischiando di soffocare se stesso con particolare danno per gli enti di volontariato, coloro che stanno all’origine del non-profit italiano. Del resto fondazioni bancarie, organizzazioni sindacali, imprese sociali sempre meno hanno a che fare con le realtà di volontariato senza scopo di lucro.

Un settore, quindi, dal quale è necessario sottrarre le forze genuine del volontariato per ricomporle in una nuova e specifica compagine. Il nuovo censimento sia occasione per riflettere: è urgente la creazione del Quarto Settore, il settore del volontariato, nel quale la capacità di creare benessere e di “fare relazione” (più che di produrre soltanto beni e servizi a condizioni economicamente vantaggiose) torni a ridare linfa a un mondo che rischia di finire.