Obesità. In Italia grasso un bimbo su quattro. Griffini (Ai.Bi.): “Il rimedio? Risparmiare su cibo spazzatura e investire nel Sostegno a Distanza”

“Una provocazione? Neanche tanto. Per le famiglie quelle sono spese superflue e controproducenti”

I bambini che soffrono di obesità? In Italia sono uno su quattro. Lo rivela un’indagine dell’ISTAT, che fotografa una situazione più drammatica al sud e nelle isole, che hanno il primato dei bambini più grassi. Oltre al divario geografico, però, c’è anche da considerare quello socio-economico: percentuali di obesi più alte si registrano nelle famiglie con genitori poveri o meno istruiti.

Curiosità statistiche, certo. Perché il problema, comunque, è abbastanza generalizzato. La colpa è spesso del cosiddetto “junk food”: merendine, patatine, snack che rovinano la vita dei bambini e ne minano il futuro.

“Le famiglie italiane – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffinihanno di fronte a loro una doppia opportunità: quella di migliorare la salute dei propri figli da un lato e di fare del bene e aiutare quei bambini per i quali il cibo in eccesso è un miraggio. Risparmiando soldi sul cibo spazzatura, questi si potrebbero tranquillamente reimpiegare per attivare un Sostegno a Distanza verso quell’Africa che spesso è considerata solo quando si parla di immigrazione. Ebbene sostenendo a distanza un bimbo o un adolescente africano si può garantire a lui la possibilità di costruirsi un futuro nella propria terra, risparmiandogli un viaggio della speranza su uno dei tanti barconi della morte che attraversano il Mediterraneo”.

“Una provocazione? – prosegue il presidente di Ai.Bi. – Neanche tanto. Se ogni famiglia si impegnasse per eliminare spese superflue e controproducenti come quelle per il cibo spazzatura, destinandole invece a quella che è una forma di accoglienza che affonda le proprie radici nella tradizione solidale del nostro Paese si potrebbe realizzare un movimento importante, colpendo alle radici quei fenomeni migratori che, invece, sono troppo spesso affrontati esclusivamente in maniera superficiale e demagogica”.

Insomma, date da mangiare meno ai vostri bambini e con il risparmio avviate un #sostegnoadistanza.