Orfana rumena comprata per 400 euro e costretta a prostituirsi

rumeniDopo la storia delle minorenni rumene strappate da un orfanotrofio rumeno di Ghiurgu per essere avviate al mercato della prostituzione a Milano, si legge oggi un’altra grave notizia di una diciannovenne rumena “comprata” in un orfanotrofio per 400 euro da una banda di connazionali con base in Toscana. Si legge su AdnKronos.

E’ riuscita a scappare da un vero e proprio lager nelle periferia fiorentina. Una casa con un scantinato dove era stata portata lo scorso 18 giugno da un gruppo di malavitosi che volevano costringerla a prostituirsi. Ai militari, la ragazza ha raccontato di essere stata comprata per 400 euro e di essere arrivata in Italia assieme ad un’altra ragazza. L’altra ha accettato le condizioni degli sfruttatori, mentre lei si è rifiutata.

Storie che rappresentano il lato più oscuro di un dramma che riguarda 80mila minori rumeni senza una famiglia. Bambini e adolescenti che si sono visti negare la possibilità di diventare figli a causa di una politica di protezione dell’infanzia che non ha sostenuto l’adozione nazionale e ha chiuso di fatto quella internazionale.

Storie come quella di Viorel e Micheal, due giovani orfani di Brasov che hanno fatto sapere la loro storia allo staff di Ai.Bi. a Bucarest, raccontando di essere stati prima maltrattati e poi cacciati via dal personale degli orfanotrofi in cui vivevano. Due ragazzi che avrebbero avuto la possibilità di essere adottati rispettivamente da una coppia italiana e irlandese nel periodo in cui il governo di Bucarest stava discutendo la moratoria sull’adozioni internazionale, ma che poi hanno visto svanire in un soffio il loro sogno quando la moratoria è stata ufficializzata con la legge 273/2004.

Viorel e Micheal, insieme ad altri ragazzi di Brasov, hanno fondato un’associazione di giovani usciti dagli istituti e hanno appoggiato la raccolta firme per la riapertura delle adozioni internazionali promossa da un coordinamento di Ong rumene il cui capofila è l’associazione “Chatarsis”.