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I figli sono figli! La storia di Filippo e Laura “Il male dell’abbandono è stato redento dall’amore dell’accoglienza”

Lui si arrabbia quando sente castronerie e luoghi comuni sulle adozioni. Ne ha passate troppe per starsene quieto. Lei è toscana quanto lui, e tra figli naturali e adottivi ne ha passate almeno altrettante, ma spesso lo calma e lo riporta a miti consigli. Insieme offrono una bella testimonianza – informata, formativa e performante – sulla sfida di avere bimbi oggi.

Ucraina. AbraCadabra al museo di Kyiv: con Ai.Bi i bambini diventano maghi e fanno sparire l’abbandono

La magia della festa e la magia della scienza. “Ma possiamo diventare maghi noi stessi?” “Adesso voglio diventare scienziato! Studierò a scuola e dopo faro le mie invenzioni!” Queste sono alcune frasi sentite dai bambini all’uscita dallo “Sperimentario”: nel museo hanno sperimentato vari leggi di fisica, chimica elettrica e altri. Hanno scoperto come si forma la luce e non potevano crederci che il color bianco e’ il misto di tutti colori.  Alla fine un’ altra sorpresa: tutti a fare uno snack al MC Donald’s.

Vorremmo tanto adottare, ma saremo poi capaci di riconoscerlo come nostro figlio ?

gli ultimi anni della nostra vita sono stati piuttosto intensi. Nonostante una sterilità non del tutto accertata, io e mia moglie abbiamo fin da subito preso in considerazione l’adozione come una strada possibile.  Ora però più passa il tempo più ci chiediamo se l’adozione è davvero la strada giusta per noi e se saremo in grado diventare genitori di un figlio non nato da noi. Saremo realmente capaci di riconoscerlo come nostro figlio? Come capirlo?

Kenya. Alan: abbandonato e mai adottato “Avevo una sola opzione: andare in strada e mendicare. Grazie al corso Life Skills Training di Ai.Bi sono un’altra persona”

Alan è un ragazzo disabile, care leavers e le sfide che ha dovuto affrontare negli anni sono innumerevoli. Grazie al Life Skills Training” organizzato da Ai.Bi., Alan  ha acquisito nuove competenze di vita che lo aiutano nel processo di reintegrazione sociale ed è diventato uno dei membri fondatori del Kenya Society of Care Leavers (KESCA), organizzazione per giovani adulti e ragazzi che hanno vissuto e lasciato gli istituti.