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Bolivia. Yasir non sa cosa sia una famiglia: per 8 anni è stato solo. Tu puoi fargli urlare al cielo: “Hoi es un lindo día”

Yasir non sa cosa sia una famiglia. Non sa cosa significhi avere una mamma e un papà che si prendano cura di lui: non crede sia possibile che degli adulti possano avere attenzioni amorevoli nei suoi confronti.  Yasir ha bisogno anche di te, del tuo supporto, della tua presenza, del tuo sostegno a distanza.  Fagli urlare al cielo “Hoi es un lindo día”.

Siena. Neonata gettata in un cassonetto. La madre “Ho agito per disperazione”. Sempre più impellente una diffusione capillare delle culle per la vita

Ha passato una notte tranquilla la neonata ricoverata in Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, dopo essere stata abbandonata in un cassonetto in provincia di Siena. Ma Claudia Gioia è stata solo molto fortunata: solo qualche minuto dopo, infatti, sarebbe passato da lì il camion della nettezza urbana e avrebbe svuotato il cassonetto all’interno del quale si trovava proprio lei adagiata in una scatola di cartone. A compiere il gesto estremo la mamma, una giovane badante romena che ha confessato dopo qualche ora sotto le pressioni dell’interrogatorio.

Cagliari. “La città dei bambini e delle bambine”: Ai.Bi in prima linea per difendere i diritti dei minori

E se le città non fossero solo degli adulti? A dimostrarsi attivo sul piano dell’accoglienza famigliare è stato il PLUS di Cagliari (Piano Unitario dei Servizi alla Persona) che giovedì 17 marzo ha promosso il convegno  “La città dei bambini e delle bambine”, primo step del Tavolo tematico per la tutela dei diritti dei minori e l’accoglienza familiare a cui partecipa anche Ai.Bi., Amici dei Bambini.

Leggi Adozioni, quale riforma?

Chi si occupa ogni giorno di adozioni ha molto da dire nell’ambito del dibattito sulla riforma della legge 184. Qui una raccolta dei primi materiali prodotti, a partire dalla proposta in sei punti elaborata da VITA a giugno 2014. Riportiamo la versione integrale dell’articolo pubblicato da Vita lo scorso 10 marzo a firma di Sara De Carli.

Adozioni RDC. Gravi accuse lanciate dalla vicepresidente CAI “Qualcuno non aveva interesse a che il Congo sbloccasse le adozioni”

Qualcuno non avrebbe avuto interesse allo sblocco delle adozioni dal Congo. Un ente  sarebbe sotto inchiesta. Ci sarebbe in atto una campagna mediatica contro l’operato della Cai. Silvia Della Monica (Presidente della stessa Commissione di cui è vicepresidente…) rilascia un’intervista a Controradio, la radio fiorentina diventata ormai nei fatti la sua “portavoce” ufficiale  con la classica tecnica del “dico e non dico”. E come le volte precedenti, si tratta di strali che rimangono sospesi nel vuoto senza essere “corredati” da ulteriori (ma fondamentali) elementi.

Marocco, l’unione fa la forza… contro l’abbandono

Ai.Bi. chiama a raccolta le principali associazioni marocchine impegnate nella protezione dell’infanzia e nella difesa dei diritti fondamentali, in un Paese in cui ogni giorno vengono abbandonati 24 bambini. Grazie a un finanziamento del ministero degli Affari Esteri italiano, per i prossimi 2 anni questo collettivo potrà analizzare il fenomeno delle madri sole e dei minori senza protezione familiare, ponendo le basi per una svolta legislativa e nell’opinione pubblica sulla piaga dell‘abbandono

Ma in Italia ci sono ancora gli orfanotrofi?

Gli orfanotrofi non ci sono più, sono stati chiusi a fine 2006, in base alla legge 149 del 2000. In base a questa norma, se un minore viene privato della famiglia d’origine deve essere collocato solo temporaneamente in comunità educative e al più presto in un’altra famiglia, o in affido o in adozione (in Italia sono da 900 a 1.100 i bimbi dati in adozione ogni anno).

Russia. “Dalla scheda sembrava che il bambino avesse di tutto, ma Aleksey era già nostro figlio: e il futuro ci ha dato ragione”.

Si possono attraversare momenti difficili ma vorrei che passasse questo concetto – dice mamma Fanny – : è tuo figlio che ti dà la mano con lo zainetto sulle spalle e decide di uscire dall’istituto. E’ lui che ha chiuso una porta e ha potuto aprire un portone.  Mettendo il suo visino tra le mani, mi ha detto:  ‘Portami a casa”.