Oggi l’esposizione in San Pietro di Papa Francesco, profeta dell’accoglienza contro la cultura dello scarto

Dai bambini abbandonati ai migranti, dai malati ai senza voce: il messaggio di Papa Francesco contro ogni forma di esclusione e disumanizzazione. I funerali si svolgeranno sabato 26 aprile alle ore 10

Il 21 aprile, il mondo ha perso Papa Francesco, ma il suo magistero rimane vivo per sempre, specie in un tempo segnato da esclusione e indifferenza. Non è un caso che al centro del suo pontificato ci sia stata una battaglia etica e spirituale fondamentale: quella contro la “cultura dello scarto”. Un’espressione forte, cruda, che il Papa ha più volte usato per indicare la tendenza della società contemporanea a eliminare ciò che non è considerato utile, produttivo, giovane, bello.

I bambini abbandonati e quelli rifiutati

“La cultura dello scarto è uno dei fenomeni più drammatici del nostro tempo” aveva affermato nel 2023 in occasione della mostra “(RE)VERSUS” presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Un evento simbolico, dove arte e spiritualità si incontravano nel riuso creativo di frammenti dimenticati, dando loro una nuova vita. “Passare dalla cultura dello scarto alla cultura dell’armonia” era il messaggio che Francesco lanciava, ammirando l’opera di padre Sidival Fila, capace di riscattare materiali perduti e farne poesia.
Sul tema dello scarto, Francesco tornò anche in occasione di un’intervista rilasciata al TG5 e ripresa anche dal Giornale di Brescia: “Non dimentichiamoci di una brutalità che succede in questa nostra cultura: noi possiamo dire che questa è la cultura dello scarto… Le persone che non sono utili si scartano. Si scartano i bambini, non volendoli, o mandandoli al mittente quando si vede che hanno qualche malattia, o quando semplicemente non sono voluti: prima della nascita si cancellano dalla vita”.
In queste riflessioni non sono mancati anche i bambini abbandonati, richiamati, per esempio, nelle riflessioni “Famiglia Amoris Laetitia”, una serie di video pubblicati nel corso del 2021. In uno di questi, il Papa si era soffermato sui bambini abbandonati che vengono accolti in adozione, rimarcando come questa sia “Una scelta cristiana”. Perché “adottare è donare una famiglia a chi non ce l’ha. Ed è l’atto d’amore con cui un uomo e una donna diventano mediatori […] dell’amore di Dio”.

L’accoglienza che batte l’indifferenza

Ma non solo i bambini. Il suo sguardo si allargava anche alla cultura che considera “scarti” i malati terminali, gli anziani, i migranti: “Scartare affinché la cosa sia più comoda per noi e non ci porti tanti problemi”. Una denuncia senza mezzi termini: “Nella nostra coscienza pesa la gente che è affogata nel Mediterraneo”. Il Papa non si limitava a condannare, ma indicava una via: “In questa cultura dello scarto ci vuole una cultura dell’accoglienza. Non vale la cultura dell’indifferenza”.
Al X Incontro Mondiale delle Famiglie, Francesco aveva ricordato: “Il DNA della famiglia è l’accoglienza e lo spirito di servizio”. In famiglia si impara ad amare, a non vivere come isole, a fare della libertà un dono all’altro. “Non lasciamo che venga inquinata dalla cultura dell’indifferenza e della cultura dello scarto”.
Ora che Papa Francesco ci ha lasciati, il suo invito resta un’eredità viva: combattere l’egoismo con la vicinanza, sostituire lo scarto con la dignità, trasformare la paura in accoglienza. Solo così, come lui diceva, “ci salveremo tutti, insieme”.

Foto di Marco Gatto, da Flickr.