Papa Francesco, Messaggio per il Capodanno 2018

Il messaggio di Papa Francesco a Capodanno per la 51ma Giornata mondiale per la Pace: “Assicurare a migranti e rifugiati un avvenire di pace”

L’appello del pontefice nel primo Angelus del 2018 dà risonanza al Messaggio per la tradizionale Giornata ed è rivolto a “tutti, istituzioni civili, realtà educative, assistenziali ed ecclesiali”

Una chiamata a tutti gli uomini di buona volontà: “Non spegniamo la speranza nel loro cuore; non soffochiamo le loro aspettative di pace!”. Soprattutto dei tanti bambini e minori che raggiungono il nostro Paese da soli, in cerca di futuro

Migrazioni globali e accoglienza dei loro protagonisti: un tema da sempre caro a Papa Francesco. Che in occasione della 51ma Giornata mondiale per la Pace, tradizionalmente, da quando Papa Paolo VI la istituì, celebrata a Capodanno, per il 2018 ha lanciato un Messaggio dal titolo ‘Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace. Non un caso, se si pensa ai numeri delle migrazioni verso il nostro Paese e al dramma degli sbarchi dal canale di Sicilia di persone in fuga dalla guerra in Siria o dai drammi dell’Africa.

Il monito e l’invito – al tempo stesso – del pontefice, è rivolto a tutti e sottolinea come questi fenomeni che “alcuni considerano una minaccia, io invece vi invito a guardarle con uno sguardo carico di fiducia, come opportunità per costruire un futuro di pace“. Un ruolo centrale nella missiva del Papa lo hanno i bambini, che con uomini e donne, giovani e anziani “cercano un luogo dove vivere in pace.

Quattro le ‘pietre miliari’ per l’azione proposte da Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Delle indicazioni preziose per poter essere accanto a chi soffre “con spirito di misericordia“, sapendo che “aprire i nostri cuori alla sofferenza altrui non basta“. L’aumento dei rifugiati e dei migranti è sottolineato dal Papa, che ricorda come già San Giovanni Paolo II, in vista del Grande Giubileo per i 2000 anni dall’annuncio di pace degli angeli a Betlemme, “annoverò il crescente numero di profughi tra le conseguenze di ‘una interminabile e orrenda sequela di guerre, di conflitti, di genocidi, di pulizie etniche’“.

Il pensiero non può non andare anche ai tanti minori soli che sbarcano sulle nostre coste, che grazie alla nuova legge sui tutori volontari potranno essere seguiti e accompagnati nel loro percorso d’inserimento e “integrazione“, come la definisce il pontefice, nella nostra società; ma pure ai moltissimi bambini senza famiglia che, nei Paesi di origine e anche qui in Italia, attendono un ‘futuro di pace’. Che, per loro, si chiama famiglia.

Il dovere di “riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità” e di “proteggere” queste persone è sottolineato da Francesco nel Messaggio, che pensa “in particolare alle donne e ai bambini che si trovano in situazioni in cui sono più esposti ai rischi e agli abusi che arrivano fino a renderli schiavi. Dio non discrimina: ‘Il Signore protegge lo straniero, egli sostiene l’orfano e la vedova“.

Per questo, aggiunge il Papa, “chi è animato da questo sguardo sarà in grado di riconoscere i germogli di pace che già stanno spuntando e si prenderà cura della loro crescita. Trasformerà così in cantieri di pace le nostre città“.

Fonte: Avvenire