Pensioni. Quota 102: ecco chi e come può fare domanda entro il 2022

Archiviata “quota 100” e in attesa di una più generale riforma dei regimi pensionistici, per il 2022 è possibile andare in pensione con “quota 102”. Domande aperte dal 7 gennaio 2022

In un Paese che vede la popolazione invecchiare sempre di più è chiaro che il tema delle pensioni sia sempre uno dei più discussi e sentiti. La più recente dimostrazione di questo è la ormai famosissima “quota 100”, la misura fortemente voluta dal Governo Lega- 5 Stelle che è ormai ufficialmente andata… in pensione anch’essa, per ferma decisione del Governo Draghi.

Quota 102, la misura di “passaggio” per andare in pensione anticipata nel 2022

Il futuro già disegnato è quello di un più generale ripensamento dei regimi pensionistici ma, per non creare una ingiusta cesura tra gli ultimi beneficiari di quota 100 e tutti quelli che vengono dopo, il Governo ha previsto nella Legge di Bilancio 2022 la cosiddetta “Quota 102”. Una sorta di formula di passaggio a cui potranno accedere, per l’anno in corso, i lavoratori che potranno contare su 38 anni di contributi e almeno 64 anni d’età.
Tali requisiti vanno maturati nel corso dell’anno 2022, ma le domande possono essere presentate già a partire dal 7 gennaio, in modalità online accedendo al sito dell’INPS (previo accesso con SPID o Carta d’Identità Elettronica)  e selezionando la voce “Requisito quota 102” all’interno della sezione “Nuova prestazione pensionistica”, quindi “Anzianità/Anticipata/Vecchiaia” e, infine, “Pensione di anzianità/anticipata”
Naturalmente, la domanda può essere presentata anche tramite un patronato o altri centri abilitati. Infine, è a disposizione anche l’assistenza del contact center dell’Istituto stesso.

Quota 102: una misura per 16.800 lavoratori

Secondo la Relazione tecnica alla manovra riportata da Il Fatto Quotidiano, i lavoratori che potranno beneficiare di questa pensione anticipata saranno 16.800, per un assegno medio di 26mila euro.
Il passaggio alle nuove misure sarà graduale: nel 2023 e 2024 è prevista “quota 104” (per un totale, rispettivamente, di 23.500 e 10 mila possibili beneficiari). Più caute le stime della Cgil, che non ha mai nascosto la sua contrarietà al provvedimento.