Perchè una coppia deve spendere 30mila euro per avere un figlio?

P. scrive:

Mi dispiace ma non capisco perché una coppia deve spendere 30.000 euro per avere un figlio, quando lo Stato italiano e quelli esteri dovrebbero agevolare le adozioni.

Sapete che in Italia esistono tanti bambini nelle cosiddette “case famiglia” da poter soddisfare tutte le coppie che chiedono di adottare senza ricorrere all’internazionale? Perché non si predilige l’adozione di questi bambini? Forse perché lo Stato paga talmente tanti soldi al giorno a questi Istituti che per loro è un buon business…e allora una coppia cosa deve fare? Spendere tanti soldi per ricorrere agli Enti. Noi come coppia abbiamo rinunciato all’Internazionale e grazie a Dio ci hanno chiamato da un Tribunale italiano per una bimba di tredici anni. Scusate ma l’adozione internazionale così come è oggi deve essere cambiata. Allora come mai con le Suore della Carità di Roma si può adottare con pochi soldi, mentre tanti Enti chiedono cifre di sei sette volte superiori ?


Caro P.

sono perfettamente d’accordo con lei: non si dovrebbero spendere così tanti soldi per adottare. L’adozione internazionale come quella nazionale non dovrebbe costare alcunché.

Sono anni che, come Ai.Bi., ribadiamo il concetto che le adozioni internazionali dovrebbero essere gratuite ma, sinceramente, non abbiamo visto tanti enti schierarsi sulle nostre posizioni !!

E’ vero che in Italia ci sono molti bambini in istituto che hanno bisogno di una famiglia ma, come da lei sperimentato, è anche vero che la maggior parte di loro ha un’età superiore ai 10 anni e allora le chiedo: quante sono le coppie disponibili ad accogliere come figli bambini così grandi? E quindi ci si rivolge all’adozione internazionale che ha dei costi.

Lei fa riferimento alle suore della Carità di Roma che chiedono poco: benissimo. Ma i costi per un’adozione internazionale ci sono. Se un ente lavora in modo serio deve avere del personale, una struttura, dei collaboratori locali, dei rappresentanti che si interfacciano con le autorità del paese straniero. E’ perciò evidente che per far funzionare la “macchina” occorre mettere la benzina.

Inoltre gli enti non hanno in genere istituti propri in cui ci sono i bambini disponibili all’adozione come invece hanno alcuni istituti religiosi.

Credo comunque di poter dire, insieme a lei, che l’adozione internazionale oggi abbia bisogno di essere cambiata.

Un saluto

Irene Bertuzzi