Perché valutare l’idoneità su criteri psicologici? Non è meglio considerare solo dati oggettivi?

Carissimi,
ho letto l’articolo sulla inutilità dei tribunali. Secondo me l’idoneità dovrebbe essere analizzata sulla base di elementi oggettivi. Ad esempio: il reddito; la mancanza di carichi pendenti penali; l’ abitazione certa.
Un tratto psicologico potrebbe essere valutato in modo del tutto diverso a seconda di chi lo giudica e delle circostanze. E non è assolutamente sufficiente una buona preparazione da parte degli operatori.
Aggiungo che la prassi per le adozioni italiana si traduce, anche grazie a questo, nella ricerca della genitorialità perfetta e in un percorso molto lungo nel quale la focalizzazione non è sul bambino e sulla futura famiglia, ma sugli enti che decidono.
Grazie dello spazio che vorrete concedermi,

Arnaldo

 

TRASFORINIGentilissimo Signor Arnaldo,

la determinazione con cui esprime le sue opinioni è sicuramente il frutto di riflessione e di confronto. E di sicuro molto interessante per chi ha il compito di valutare la coppia attraverso un’indagine psico-sociale.

Concordo che la focalizzazione sulla genitorialità perfetta sia non solo utopica ma profondamente scorretta: non esiste il genitore perfetto, come non esiste l’essere umano perfetto. Ed è per questo che viene ritenuta fondamentale da Ai.Bi. non la selezione, ma l’accompagnamento delle coppie per focalizzare l’attenzione sul bambino e sulla futura famiglia. E non su una relazione che abbia il sapore di una sentenza. Un’esperienza così profonda come la genitorialità di certo non può essere espressa su un foglio di carta.

Le pongo però alcune riflessioni tecniche, in merito alla certezza dei requisiti da lei descritti che non possono essere considerati elementi totalmente predittivi, in quanto, purtroppo, le condizioni economiche, abitative non è detto che rimangano tali per tutta la vita. Negli ultimi anni abbiamo purtroppo visto che vi sono molte modificazioni in questo senso.

Per certi aspetti si rivelano più predittivi alcuni aspetti sociali e psicologici quali l’esistenza di una rete familiare ed amicale di sostegno, l’abitazione e l’organizzazione lavorativa e familiare….. oltre alla capacità del singolo e della coppia di affrontare i problemi e le difficoltà, l’atteggiamento verso la vita ed i cambiamenti, le caratteristiche personologiche in particolare.

Inoltre questi aspetti sono molto utili per capire quali sono le risorse della coppia e del nucleo e quindi favorire il miglior abbinamento possibile. Altrimenti come sarebbe possibile abbinare un bambino a una famiglia per chi deve decidere il destino di un bambino?  Senza considerare che nel caso dell’adozione internazionale, la valutazione degli aspetti sociali e psicologici sono ancora più importanti dato che l’abbinamento si basa solo “sulla carta”.

Per tornare alla sua riflessione, credo quindi che un vero percorso di conoscenza e di accompagnamento svolto nei tempi giusti e nel rispetto della coppia, potrebbe ben integrare i criteri che lei esplicita. Diventando così un’occasione di riflessione e di crescita per la coppia stessa, tesa verso una genitorialità felicemente “imperfetta”.

Grazie a lei del contributo,

Lisa Trasforini

Equipe Psicologica di Ai.Bi.