Psicologia dell’Adozione. Come posso costruire un dialogo emotivo profondo con mio figlio se manca il legame che si instaura nei primi fondamentali mesi della sua vita?

Nell’adozione, quegli scambi fra madre e bambino, attraverso la condivisone dello sguardo, fra una poppata e l’altra, vengono a mancare e manca anche una conoscenza di come e se queste prime fasi si siano svolte nella famiglia di origine

Il legame madre bambino ha origine durante la gestazione e si affina durante l’allattamento, naturale o artificiale. Attraverso la condivisione dello sguardo, il tempo tra una poppata e l’altra, i sorrisi e le espressioni che la madre assume, il bambino apprende una precisa modalità di scambio con l’altro che sta alla base della relazione: un’azione, un tempo di attesa, una nuova azione.
Questo modello offre al bambino gli elementi utili per capire come strutturare la comunicazione, prima di tutto con l’adulto di riferimento e poi con ogni altra persona. Un tipo di dialogo denso di contenuti emotivi, di alternanza di ruoli, di “sguardo” verso l’altro che accoglie e contiene.

Il dialogo emotivo nell’adozione e nell’affido

Nell’adozione, dove questi scambi vengono a mancare, e manca una conoscenza di come e se queste prime fasi si siano svolte nella famiglia di origine, è un dato di fatto che ci siano delle lacune che non sono colmabili, ma questo non significa che venga automaticamente preclusa la possibilità, per un genitore che incontra suo figlio in un momento successivo a quello della nascita, di costruire un dialogo emotivo profondo e autentico.

Il percorso

Alcuni elementi risultano fondamentale e non sono da trascurare:

  1. Il dialogo non si improvvisa, è un percorso che va curato e alimentato durante la crescita, nelle varie fasi che un bambino, e in generale la famiglia, attraversa.
  2. È importante prendere l’iniziativa ed essere i primi a comunicare, a condividere, non solo una lista di fatti accaduti, ma soprattutto il proprio vissuto, le emozioni e cosa hanno suscitato in noi gli accadimenti della giornata;
  3. Avere pazienza e attendere che nell’altro maturi il desiderio del dialogo, tenendo presente sempre che ciascuno è unico, così come è unica la modalità che si sceglie per intraprendere una comunicazione con contenuti importanti.

Per i genitori che hanno adottato un bambino, o che si sono aperti all’accoglienza attraverso l’affido familiare ci sono possibilità di costruzione di una comunicazione anche a livello emotivo profondo. Fare il primo passo e non arrendersi di fronte alle difficoltà, agli ostacoli e alle resistenze che si possono incontrare è un atteggiamento che porta frutto.

Cristina Micheletti, Psicologa

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it

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