Psicologia dell’Adozione. “… e venne la notte della rivelazione”

“La mattina dopo mi chiama la mamma, dopo una nottata in bianco con la figlia, che ha iniziato a dire qualcosa. Affiorano ricordi terribili, avvolti nella nebbia ma abbastanza chiari da provocare angoscia, paura, colpa.” Come affrontare al meglio questa situazione?

A fine della prima seduta insieme, una ragazza di 15 anni, dopo aver disegnato tranquilla, mi chiede molto direttamente: “Ma le informazioni sulla storia si possono sapere dopo i 18 anni?”.
Io spiego che, trattandosi di una Adozione Internazionale, alcune informazioni sono già arrivate all’abbinamento. E chiedo se ci sono cose specifiche che sta cercando. Rimane sul vago.
Accenniamo insieme qualcosa alla mamma riguardo a questa sua “curiosità”. La mattina dopo mi chiama la mamma, dopo una nottata in bianco con la figlia, che ha iniziato a dire qualcosa. A dire ad alta voce pensieri e domande che le girano in testa e che le impediscono di fare la sua vita. Affiorano ricordi terribili, avvolti nella nebbia ma abbastanza chiari da provocare angoscia, paura, colpa.

I traumi dei bambini adottati

Prima di essere stati adottati molti bambini hanno vissuto storie familiari e di vita molto dure, talvolta accompagnate da incuria, maltrattamento, abusi fisici e sessuali.
Nell’adozione nazionale capita spesso che molti elementi delle storie dei bambini non vengano comunicate alle coppie in fase di abbinamento e molte notizie rimangano “custodite” presso i Tribunali dei Minorenni di riferimento e possano essere richieste solo dopo i 25 anni di età dell’adottato; talvolta si può farlo anche prima, ma solo se esistono dei motivi specifici, spesso legati a rischi legati alla salute fisica e mentale.
Nell’adozione internazionale invece le schede di abbinamento dei bambini riportano molti elementi delle loro storie di vita, della loro storia sanitaria e scolastica, per cui i genitori adottivi ricevono tutte le informazioni legate ai loro figli prima del loro arrivo.

Ricostruire la propria storia per ricucire le rotture

Conoscere e ripercorrere la propria storia risulta molto spesso fondamentale per ricucire le rotture che esistono in questi percorsi di vita e per costruire un senso di sé connotato da continuità, congruità, stabilità. Trattandosi però di traumi complessi, essendo molte volte legati alle relazioni familiari primarie sperimentate o vissuti molto precocemente e quindi non “registrati” in maniera integrata nella propria memoria, talvolta anche l’accesso a ricordi sia verbali che emotivi può risultare difficile per la persona adottata.
Il primo passo per aiutare i ragazzi in questo passaggio è garantire una base affettiva sicura, connotata da amore incondizionato e fiducia nelle proprie capacità, per permettere di sperimentare maggiore sicurezza nell’affrontare tematiche complesse e molto dolorose della propria esistenza.
Molte “crisi” si manifestano durante l’adolescenza: la sfida che tutti gli adolescenti devono affrontare è quella della separazione dalla famiglia d’origine e della propria “individuazione”, nel senso di formazione della propria identità autentica e della propria autonomia. Spesso accade che questa sfida si complichi notevolmente per fattori interni o esterni, come le conseguenze di una storia di vita costellata da difficoltà o traumi.

Il sostegno alle famiglie adottive

Per le famiglie adottive risulta molto utile avere accesso a un accompagnamento dipanato nel tempo, anche prima che si manifestino criticità particolari, perché molto spesso si possono osservare atteggiamenti o comportamenti non facili da decifrare e che invece possono essere segnali o “ganci” utili per aiutare i ragazzi a mettersi in contatto con i propri vissuti emotivi difficili, imparare ad esprimerli e poter così essere aiutati dalle famiglie ad affrontarli, prima che si traducano in sintomi psicologici di disagio.
I percorsi di gruppo sia per le coppie che per i ragazzi risultano molto spesso vincenti proprio perché ci si può confrontare con più esperienze e ricevere dal gruppo sostegno, rispetto a problematiche che non sempre le famiglie non adottive incontrano e che perciò sono maggiormente difficili da comprendere nella loro complessità.

Francesca Berti, Psicologa Psicoterapeuta, Esperta di Adozione