Psicologia dell’ Adozione. I problemi dei viaggi multipli: il secondo abbandono

Al momento della separazione dai neogenitori per il loro rientro in Italia, tra un viaggio e l’altro, il bambino si troverà a vivere un vero e proprio abbandonoil secondo abbandono, senza dubbio non voluto dalla coppia ma imposto dalla burocrazia della procedura adottiva

Quando una coppia si trova a condurre il suo iter adottivo in un Paese che prevede viaggi multipli prima di poter portare a casa con sé il proprio figlio, si troverà a vivere uno o più distacchi dal bambino a seconda che i viaggi siano due o tre.

Durante il primo viaggio, dopo l’iniziale conoscenza del bambino e qualche giorno di affiatamento, si riaccende in lui la speranza di aver finalmente trovato la famiglia tanto attesa.

Al momento della separazione dai neogenitori per il loro rientro in Italia, il bambino si troverà a vivere un vero e proprio abbandono, il secondo abbandono, senza dubbio non voluto dalla coppia ma imposto dalla burocrazia della procedura adottiva.

A poco servirà spiegare al bambino quello che prevede l’iter burocratico, le emozioni non parlano la stessa lingua della razionalità.

Durante i giorni seguenti la partenza, può accadere che il bambino inizi a manifestare una serie di comportamenti legati alle emozioni negative scatenate dalla percezione di un ennesimo abbandono. Un bambino può diventare più malinconico o più nervoso senza riuscire a spiegarne il motivo; potrebbe chiedere con insistenza quando quei genitori torneranno a prenderlo nonostante le risposte rassicuranti; potrebbe non fare più il suo riposo pomeridiano; potrebbe avere qualche crisi di pianto fino ad episodi di aggressività verso compagni ed educatori.

Adozione: alcune piccole strategie che rassicurano…

Per poter contenere questo fisiologico disagio emotivo del bambino è quindi necessario cercare strategie che possano rassicurarlo durante il periodo di distacco dai genitori. Il bambino dovrà percepire che la coppia di genitori è affidabile.

Innanzitutto, si può chiedere la possibilità di contattare il bambino a cadenza regolare, tramite telefonate, video-telefonate o e-mail: è importante fissare una giornata prestabilita e che resti il più possibile fissa in modo tale da diventare un appuntamento prevedibile per il bambino, in cui egli stesso possa testare l’affidabilità della promessa fatta dai genitori di continuità del rapporto con lui.

In secondo luogo, è bene lasciare una sorta di “pegno” al bambino tra un viaggio e l’altro, con la promessa di tornare a riprenderlo e che debba essere da lui custodito con cura: un foulard che la mamma ha indossato per tutti i giorni trascorsi insieme, un semplice braccialetto del papà ecc…

In ultimo, è opportuno regalare un piccolo calendario al bambino in modo da potergli poi comunicare la data del giorno in cui verrà previsto il loro successivo arrivo, solo dopo che quest’ultima sia stata debitamente confermata: il bambino potrà segnarla sul calendario e contare i giorni che mancano all’arrivo di mamma e papà.

“Negli adulti l’affidabilità è il frutto della maturità; in un bambino, è il seme.” (Richard M. Eyre) 

Dott.ssa Caterina Calamo – Psicologa Psicoterapeuta Ai.Bi.

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