Psicologia dell’Adozione: è vero che un figlio biologico può essere un ostacolo all’adozione?

La convivenza di figli biologici e adottivi prevede un grande lavoro da parte dei genitori nel preparare “organizzativamente” ma soprattutto “emotivamente” il figlio già presente in famiglia

Da un punto di vista strettamente giuridico è possibile intraprendere il percorso adottivo avendo già dei figli biologici; non vi sono quindi motivi ostativi, in quanto tra i requisiti previsti per l’adozione non si prevede che la coppia non abbia già altri figli.

Il percorso adottivo può quindi essere desiderato e voluto, non solo da coloro che non hanno ancora vissuto la genitorialità, ma anche da quelle coppie che già si sono confrontate con il ruolo genitoriale. Avere figli biologici non dovrebbe essere vissuto come un ostacolo al percorso adottivo ma al contrario come un elemento in più, utile nella realizzazione del desiderio di accoglienza.

Partendo da questa breve premessa che fa notare una uguaglianza tra genitorialità biologica e genitorialità adottiva di fronte alla legge, si deve comunque considerare alcune possibili diversità collegate al percorso genitoriale.

Scegliere di diventare genitori adottivi avviene per diverse ragioni e nella stragrande maggioranza dei casi tale scelta si trasforma in una totale accoglienza che permette di vivere al meglio il nuovo ruolo.

Il percorso adottivo in presenza di figli biologici

Iniziare il percorso adottivo quando si ha già uno o più figli biologici non prevede diversità rispetto al percorso di coppie senza figli e si procede in base alla storia familiare della famiglia accogliente, tenendo conto in primis della storia del bambino che si andrà ad accogliere.  Tra gli aspetti da garantire all’accoglienza di un minore in una famiglia con già dei figli viene previsto che il figlio maggiore rimanga tale anche in seguito all’adozione. Sulla base di tali considerazioni l’accoglienza di un bambino adottivo in una famiglia già “creata” dovrà essere più cauta per entrambi i figli, sia biologici che adottivi. Risulta fondamentale che il figlio già presente in famiglia venga preparato “organizzativamente” ma soprattutto “emotivamente” al grande passo dell’accoglienza. Nella maggior parte delle situazioni la presenza di un fratello può essere un elemento di aiuto per l’ingresso del nuovo arrivato soprattutto se, grazie all’età del primo figlio sia stata raggiunta una autonomia e sicurezza dal punto di vista affettivo che abbia già permesso l’instaurarsi di basi sicure e stabili collegate alla sfera relazionale.

Partendo da ciò il bambino adottivo potrà beneficiare del tempo esclusivo con i genitori ed il fratello e allo stesso tempo porre insieme le basi per sviluppare le proprie sicurezze e fare esperienza con il proprio senso di appartenenza familiare. Tale processo, collegato al riconoscimento, costruzione e appartenenza familiare richiederà del tempo, un tempo che i genitori identificheranno più lungo rispetto a quanto avvenuto con il figlio biologico, ma allo stesso tempo riusciranno a riconoscerne il valore apprezzandone la diversità, i passi in avanti svolti “insieme” come famiglia per aiutare il nuovo arrivato a sentirsi accolto, compreso, contenuto, capito, amato e parte della famiglia.

La convivenza tra figli biologici e adottivi

La convivenza di figli biologici e adottivi è sicuramente possibile ma prevede un grande lavoro da parte dei genitori che dovranno confrontarsi con bisogni e domande differenti che avranno in comune il desiderio di continuare a sentirsi amati e allo stesso tempo il desiderio di confrontarsi con un nuovo modo di amare, di essere voluti, desiderati e nella maggior parte dei casi rassicurati.

Concludendo, rifacendosi alla domanda “E’ vero che un figlio biologico può essere un ostacolo all’adozione?”, la risposta può essere data partendo da una personale riflessione su come si desidera fondare l’accoglienza di un minore in stato di abbandono. Essere consapevoli del ruolo di ognuno nella creazione della “nuova famiglia” sarà la base per vivere a 360° gradi l’esperienza adottiva.

Elisa Sciommarello Psicologa- Psicoterapeuta Ai.Bi.