Riconoscimento kafala: Italia, unico paese europeo a non avere ancora ratificato la convenzione Aja. Vietato adottare i bambini dell’Africa.

enricolettaE’ di poche settimane fa il toccante discorso di insediamento del Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, nelle cui parole era riservato uno spazio particolare alla importanza del rispetto dei diritti umani e all’appartenenza dell’Italia ad una dimensione Europea dalla quale – si diceva – non si può prescindere.

Proprio per questo Ai.Bi. ha voluto sottolineare la vergogna della mancata ratifica da parte del nostro Paese di una importante convenzione per la protezione dei minori, e cioè la Convenzione de L’Aja del 19 ottobre 1996 sulla “competenza, legge applicabile, riconoscimento, esecuzione e cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori”. E’ triste ricordare infatti che l’Italia è rimasta l’unico dei Paesi europei a non avere ancora ratificato questa convenzione e che già con la decisione 2008/431/CE il Consiglio dell’Unione Europea aveva indicato agli Stati europei il termine del 5 giugno 2010 per la ratifica.

Per questo, appellandosi all’importante articolo 3 della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, secondo cui “in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del minore deve essere una considerazione preminente”, Ai.Bi. ha fatto appello al Presidente Letta chiedendogli di riservare particolare attenzione a questo obiettivo e di sollecitare la ratifica da parte delle competenti istituzioni.

E’ infatti importante che le lodevoli iniziative dello scorso mese di aprile del Senatore Aldo Di Biagio e dell’Onorevole Mario Caruso, che hanno depositato rispettivamente i progetti di legge AS 572 e AC 648 per la ratifica della Convenzione, trovino l’accordo dell’intero parlamento in tempi brevi, cosa purtroppo non avvenuta nella precedente legislatura per progetti di legge analoghi.

Spero che il nostro Stato confermi la propria attenzione al riconoscimento dei diritti dell’infanzia in maniera avulsa da qualunque discriminazione”, conclude Marco Griffini,e promuova, quindi, la creazione di uno spazio europeo – e non solo – in cui le decisioni sui minori vengano rispettate uniformemente e al di sopra della legislazione dei singoli Stati”.

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