Riconoscimento Kafala: l’appello del Gruppo CRC

In occasione dei venti anni dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC), il Gruppo CRC – un network composto da 89 organizzazioni e associazioni del Terzo Settore di cui fa parte anche Ai.Bi., indica le vie da seguire per la tutela dell’infanzia nel nostro paese, segnalando i provvedimenti e le misure più urgenti da prendere.

Nel rapporto del 2009 il Gruppo CRC ha lanciato anche un appello al governo italiano, che nonostante i solleciti da parte delle istituzioni europee, non ha ancora provveduto a ratificare la Convenzione de L’Aja del 19 ottobre 1996 che mira all’armonizzazione delle regole sulla giurisdizione, la competenza, la legge applicabile e il riconoscimento delle misure di protezione dell’infanzia in situazioni transfrontaliere.

Nell’ultimo rapporto il Gruppo CRC aveva anche chiesto di monitorare i casi di minori che entrano in Italia per ricongiungimento familiare sulla base di un provvedimento di kafala (misura di protezione dell’infanzia del diritto islamico) per la necessità di armonizzare questo istituto con le norme italiane in materia di affidamento e adozione, ma al momento della redazione del presente aggiornamento non risulta vi sia alcuna novità.

A distanza di due anni si evidenzia il fatto che mancano ancora all’appello alcune fondamentali misure di attuazione della CRC e come parte delle raccomandazioni fatte siano rimaste lettera morta.

D’altro canto secondo l’analisi realizzata dal Gruppo, recenti rilevazioni ufficiali sul nostro paese evidenziano alcuni trend negativi che riguardano sia la condizione dei bambini e degli adolescenti, più a rischio di povertà, sia delle donne e delle madri, che hanno sempre più difficoltà a trovare lavoro o a conservarlo, dopo aver avuto uno o più figli.

Ciò impone uno sforzo e un impegno straordinari per invertire queste preoccupanti tendenze.