Riforma Adozioni Internazionali: Magugliani (Nova), “maggiore dignità agli enti”

Continua il dibattito sulla riforma delle adozioni internazionali, abbiamo raccolto oggi il parere di Fiammetta Magugliani e Ambra Enrico, rispettivamente presidente di Nova associazione e direttore generale di CIFA Onlus.

Secondo Fiammetta Magugliani (presidente di NOVA) l’attuale legge sulle adozioni internazionali “come tutte le leggi è suscettibile a cambiamenti, visto anche come si è evoluto il panorama delle adozioni internazionali in questi 10 anni. C’è un nodo che ritengo sia da risolvere: quello relativo al decreto di idoneità, che deve avere un carattere amministrativo e non giudiziario, come avviene negli altri paesi europei. Questo garantirebbe tempi più brevi ed una maggiore dignità ai servizi sociali. Un altro aspetto è quello relativo all’apertura delle adozioni ai single, che ritengo debbano essere molto circoscritte, tenendo come punto di riferimento la legge sulle adozioni nazionali e ricordando che la famiglia è pur sempre il bene superiore per un bambino. Infine la legge dovrebbe riconoscere maggiore dignità agli Enti Autorizzati. Siamo noi Enti che in questi 10 anni, insieme alla Commissione Adozioni Internazionali, abbiamo costruito il panorama delle adozioni internazionali”.

Secondo Ambra Enrico (direttore generale CIFA Onlus) La legge sulle adozioni internazionali comincia ad essere datata perché il contesto è cambiato moltissimo. Io ho adottato nel 1985, il mondo delle adozioni era di un certo tipo mentre ora è cambiato specialmente sulla questione sanitaria. Per quanto riguarda il discorso dei tempi previsti dalla legge, non credo che l’eliminazione del decreto di idoneità incida di molto sulla durata, l’attesa più lunga infatti è nei paesi. In tema di costi dell’adozione internazionale, serve una rivisitazione della legge rispetto a ciò che un ente deve fare. Ad oggi per essere riconosciuti come ente autorizzato occorre essere sul paese anche con interventi di cooperazione e spesso viene richiesta l’apertura di uffici. Occorre trovare dei sistemi per cui le due cose non siano strettamente legate in modo da non gravare sulle coppie adottive. Oggi inoltre, nel contesto dell’adozione internazionale, i bambini adottati hanno un’età più grande, quindi è importante aiutare la coppia ad affrontare queste situazioni. Il nostro impegno come CIFA è quello di aiutare queste coppie nel concreto non solo in teoria. C’è molto da lavorare. Pertanto il lavoro dell’Ente non si esaurisce con l’adozione ma va oltre, nel tempo e nei contenuti. E’ importante che l’Ente accompagni la coppia e il bambino nel suo percorso di inserimento nella famiglia e poi nel contesto sociale, ovvero nel mondo della scuola che, ad oggi, è ancora poco preparato ad accogliere i bambini adottivi, con le loro storie molto diverse e lontane da quelle dei bambini italiani”.