Rivalutazioni pensioni: 300 euro in più a partire da gennaio

Da gennaio 2022 dovrebbero scattare le rivalutazioni per gli assegni delle pensioni, con aumenti fino a 300 euro all’anno per chi ne prende 1500 al mese

Ogni anno, in base all’andamento dei prezzi e dell’inflazione, gli assegni previdenziali vengono rivisti e rimodulati: nel 2020, prima dello scoppio della pandemia, l’aumento era stato dello 0,5%, mentre nel 2021 tutto era rimasto invariato.

La rivalutazione pensioni avverrà a scaglioni in base alla somma percepita

Nel 2022, finalmente, dovrebbero tornare a vedersi aumenti un po’ più sostanziosi, dato l’aumento del costo della vita e la crescita dell’economia che si sono verificati nella seconda parte dell’anno in corso. Come riportato da Orizzonte Scuola che a sua volta cita una simulazione de Il Messaggero, la rivalutazione non sarà uguale per tutte le pensioni, ma varierà in base al livello dell’assegno percepito da ciascun pensionato. Probabilmente il governo utilizzerà il metodo delle “perequazioni a scaglioni” che applica le decurtazioni del tasso di rivalutazione solo agli assegni superiori a determinate soglie.

Rivalutazioni pensioni: aumenti fino a 300 euro per il 2022

In totale, a trarne beneficio dovrebbero essere circa 22 milioni di pensionati, con una spesa per l’INPS e le altre casse previdenziali di oltre 4 miliardi. Secondo le simulazioni de Il Messaggero, per chi percepisce una pensione mensile di circa 1.500 euro, corrispondente a più o meno al triplo dell’assegno minimo garantito dall’INPS, l’aumento previsto sarebbe di 300 euro all’anno, con un incremento di circa 25 euro al mese a partire da gennaio. Chiaramente tutte le cifre sono al lordo delle detrazioni.
Il recupero dell’inflazione dovrebbe essere del 100% per chi incassa fino a 2000 euro, mentre scende al 90% fino ai 2500 euro e al 75% per chi è al di sopra di questa soglia.