Russia, la Procura locale indaga nell’orfanotrofio dell’orrore

Miski, Siberia, regione di Kimerovo. Per la durata di due anni, nell’Istituto dove erano ricoverati quattrocento bambini, venivano compiute violenze e abusi ai danni dei piccoli ospiti. Un fenomeno dilagante, in Russia, quello della violenza sui minori istituzionalizzati: a 200 km da Mosca, nel 2010 è venuto alla luce il caso di bambine punite a pane e acqua, con la cinghia o con lavoro pesante nei campi. A Timovsk, regione di Tula, fino al 2009, i bambini irrequieti erano chiusi in clinica psichiatrica e «sistemati» con psicofarmaci.

Quest’anno scoppia il caso dell’orfanotrofio dell’orrore: l’Istituto di Miski, dove la Procura ha scoperto la morte avvenuta di 27 bambini, ospiti della struttura. Ne parlano diversi articoli, tra i quali i pezzi pubblicati sul Corriere della Sera, il 15 ottobre e su L’Avvenire di domenica 16 ottobre. I decessi sono stati provocati da denutrizione e malattie non curate.

È un grido che scala il cielo, quello dei bambini dell’orfanotrofio di Miski, dalle cui casse risultano essere spariti 670mila rubli. È la somma, pari a 160mila euro, con la quale lo Stato intende offrire copertura finanziaria al mantenimento dei minorenni, fino al raggiungimento della loro maggiore età. «Una miseria», commenta L’Avvenire, che riporta il dato allarmante di 800mila bambini abbandonati nella grande Madre Russia. Numero superiore alle cifre successive alla Seconda Guerra Mondiale.