Sempre meno minori in affido: ecco come aiutarli. L’intervista al Garante per l’Infanzia della Toscana

Tutelano i diritti dei bambini fino al compimento della maggiore età in tutti gli ambiti, da quello educativo a quello giudiziario passando per quello familiare, promuovono buone pratiche, segnalano abusi. E’ questo il lavoro dei Garanti per l’Infanzia e l’Adolescenza, figure di cui le regioni si stanno via via dotando sull’esempio dei paesi Nord europei. Dal dicembre 2011 esiste in Italia il Garante nazionale e varie regioni (Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Calabria, Puglia, Marche, Trento e Bolzano) hanno poi istituito un’analoga figura a livello territoriale.

Grazia Sestini è la prima a ricoprire in Toscana la carica di Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Nominata a gennaio resterà in carica per i prossimi sei. Sceglie Affaritaliani.it per presentare il suo programma di lavoro. “Nel piano di intervento di quest’anno abbiamo deciso di affrontare il tema dell’affido, che è di due tipi: familiare e in comunità. L’affido è un tema caldo perché si tratta di minori fragili e senza famiglia. Questa è una tematica che si sta affrontando anche a livello nazionale, tanto che la Commissione Bicamerale Infanzia ha iniziato un’indagine conoscitiva in tutto il paese. L’affido implica anche una responsabilità sociale di tutta la comunità: per esempio i minori stranieri non accompagnati sono affidati al sindaco della città dove vengono trovati, cioè a una comunità. Poi c’è anche un investimento economico visto che per mantenere un bambino in una struttura servono in media 50-60 euro al giorno”.

“In Toscana i minori sono una risorsa scarsa – spiega Sestini -: ogni 100 ultra 65enni si contano 84 minori di 14 anni e il 15% dei residenti ha un’età che arriva fino ai 17 anni. Per quanto riguarda l’istituto dell’affido, al 31 dicembre 2010, i minori fuori famiglia sono 608 in strutture residenziali (di cui 260 stranieri e 89 minori stranieri non accompagnati) e 1.138 in famiglia (di cui 325 stranieri e 86 minori non accompagnati). Il dato è positivo perché sono di più i minori in affido familiare rispetto agli altri. Inoltre sono calati gli affidi in generale perché sono diminuiti i minori stranieri non accompagnati. Non esiste però un monitoraggio più recente e vista la diminuzione degli stranieri in tutta Italia è possibile che qualcuno abbia lasciato qui i figli e quindi il dato potrebbe essere destinato ad aumentare”.

“Le strutture in Toscana sono 114 – aggiunge Sestini – sono rette dal pubblico in collaborazione col privato sociale, e hanno 700 posti disponibili. Anche alle famiglie affidatarie viene corrisposto un aiuto economico ma il costo è sicuramente inferiore a quello di mantenimento delle strutture. Alcune strutture regionali stanno iniziando un percorso di autonomia delle madri con i figli. Poi in Toscana stiamo cercando di far uscire dalle carceri le madri con figli (sono 5-6 i casi attualmente). L’obiettivo è di ospitare queste detenute in istituti di pena alternativi: c’è già lo stanziamento di 400mila euro e la Regione deve ora fare un bando per la realizzazione”.

Per quanto riguarda il percorso “sono il giudice e i servizi sociali – sottolinea Sestini – a decidere se mandare un minore in una famiglia o in una struttura: sarebbe meglio sempre la prima soluzione ma si opta per la seconda se per esempio non ci sono famiglie disponibili. In media l’affido dura più di due anni e questo è un punto critico dell’istituto perché per legge dovrebbe durare non più di due. E’ l’aspetto debole di quest’istituto perché di fatto così l’affido si trasforma in un’adozione senza esserlo. E magari, una volta diventati maggiorenni, alcuni ragazzi decidono di restare con la famiglia che li ha cresciuti. Il lavoro che svolgerò quest’anno sarà quello di verificare le criticità dell’affido, come appunto la durata oltre i limiti di legge, e quello di aumentare l’affido familiare e di venire così incontro anche ai problemi di bilancio dei Comuni. In modo da proporre, a fine 2012, dei correttivi alle Linee Guida della Regione”.

(Da Affaritaliani, 5 Maggio 2012)