Siria. Ai.Bi. al fianco di 2.700 bambini assediati da 3 anni. Partita la formazione di 91 angeli che cureranno le ferite più profonde: quelle dell’animo

mamma bambino sirianoAnche quando le armi finiranno di vomitare odio, l’animo dei bambini siriani resterà affollato di tremendi ricordi: case bombardate, famiglie distrutte, amici persi per sempre, fame e miseria. Ferite fisiche e psicologiche che in molti casi sarà difficile riuscire a risanare completamente. Tecnicamente si chiama “stress post traumatico” ed è l’ennesimo problema che affligge i piccoli siriani, oltre ai mille aspetti drammatici che gravano su un infanzia che da più di 5 anni non vede altro che guerra e violenza. È per alleviare questa forma di sofferenza che Amici dei Bambini, in collaborazione con l’associazione partner Ihsan, ha avviato un progetto di protezione dei minori finalizzato proprio al contrasto del “post-traumatic stress disorder”.

Il progetto, della durata complessiva di 9 mesi, verrà realizzato all’interno di aree assediate da oltre 3 anni, dove migliaia di bambini vivono prigionieri nelle loro stesse città, costantemente sotto il tiro delle armi delle fazioni in lotta. Coscienti che da un momento all’altro una bomba, un colpo di artiglieria, un ordigno esplosivo potrebbero portare morte e distruzione in casa loro.  Tre le località in cui verranno attuate le attività del progetto: Ar-Rastan, Homs e Duma, quest’ultima situata all’interno della zona definita Rural Damasco, l’area rurale che circonda la capitale siriana.

L’iniziativa garantirà supporto psico-sociale a circa 2.700 minori e consisterà essenzialmente in due fasi. “Il primo step – spiega Andrea Moroni, responsabile dei progetti di cooperazione internazionale di Ai.Bi. – vedrà un team di consulenti internazionali esperti di stress post-traumatico individuati da Amici dei Bambini occuparsi della formazione di 91 operatori psico-sociali. Di questi, 30 fanno parte dello staff fisso del nostro partner in Siria, l’associazione Ichan. Altri 16 andranno a operare all’interno dei centri per minori e dei luoghi di aggregazione esistenti sul territorio. Gli altri 45 costituiranno invece delle speciali ‘unità mobili’ che, in macchina, porteranno le attività di contrasto allo stress post-traumatico in altri luoghi frequentati da minori”.

La seconda fase del progetto vedrà quindi i 91 operatori lavorare a stretto contatto con i bambini. Attraverso momenti di gioco, sia libero che guidato, di riflessione e di dialogo, il personale formato cercherà di fare emergere i traumi che la guerra ha provocato in questi bambini. Tutte le attività avranno una base ludica che, offrendo ai piccoli siriani una valvola di sfogo dalle tensioni di ogni giorno e garantendo loro uno spazio per il gioco, permetterà di alleviare le conseguenze psicologiche di una tragedia infinita come la guerra.

Attualmente Ai.Bi. è impegnata nella fase preliminare del progetto: la selezione dei consulenti internazionali che si occuperanno della formazione degli operatori. Questi ultimi, tutti siriani, oltre a offrire a 2.700 bambini la possibilità di superare i traumi della guerra, potranno contare anche su un’importante opportunità lavorativa.

Questo, come tutti gli altri interventi di protezione dei minori e di sostegno alimentare per la popolazione siriana, sono possibili però solo grazie all’aiuto di tutti noi. Per questo Ai.Bi. ha lanciato la campagna Non lasciamoli soli, con la quale ha già portato sostegno alimentare, sanitario e psicologico a migliaia di persone nelle aree di Idlib e Aleppo e ha recentemente esteso i suoi interventi anche nelle zone di Homs e Rural Damasco. Per aiutarci a continuare a fare tutto ciò, serve anche il tuo contributo: una donazione per la campagna Non lasciamoli soli.