Nessuno ne parla, ma in Siria si muore di fame. Con Ai.Bi. 540 donne capifamiglia imparano a coltivare gli orti per l’autosostentamento

In Siria, secondo le Nazioni Unite, la disoccupazione è attualmente superiore al 50% e quasi il 70% della popolazione vive in povertà estrema, in quello che un tempo era un paese relativamente ricco.

La crisi in corso in Siria ha un effetto devastante sull’alimentazione e, quindi, sulla salute di un’intera generazione di bambini. Proprio loro sono i più vulnerabili alla malnutrizione in una crisi che può avere effetti gravi e duraturi sulla loro crescita e sul futuro sviluppo. La buona nutrizione è la prima difesa del bambino contro le malattie più comuni, è importante per i più piccoli essere in grado di condurre una vita attiva e sana.

Fin dall’inizio della guerra il prezzo dei prodotti alimentari è aumentato, in conseguenza del crollo della produzione agricola, e il Paese si affida ora alle importazioni di alimenti per compensare le carenze. Il conflitto ha, però, reso difficile e costoso il trasporto delle merci, anche delle derrate alimentari.

In Siria 13,5 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Di questi, 7 milioni non sono in grado di soddisfare le loro esigenze alimentari di base.

Circa 5 milioni di siriani ricevono aiuti alimentari internazionali, ma non tutti i bisognosi possono essere raggiunti e il WFP (l’Agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti alimentari) ha dovuto ridurre la quantità di prodotti nelle forniture che garantisce alle famiglie, a causa della scarsità dei finanziamenti.

In un paese in cui più della metà della popolazione è stata obbligata ad abbandonare le proprie case e molti sono stati costretti, dall’evoluzione del conflitto, a spostarsi più volte, investire in agricoltura di base contribuisce a permettere alla gente in fuga di fermarsi il più a lungo possibile nelle aree dove hanno trovato rifugio.

Per questo Ai.Bi. è in prima linea anche con le attività di formazione di 540 donne siriane capi famiglia su metodi di agricoltura e coltivazione insieme al partner siriano, Kids Paradise nell’ambito del progetto di emergenza in Siria “Per il miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico sanitarie”. Ad agosto è anche iniziata la distribuzione di 180 serre per la coltivazione di ortaggi.  Il progetto di Ai.Bi. verte sulla formazione in campo agro-zoo tecnico, per la creazione di attività di auto-sostentamento che aiutano le famiglie a soddisfare i bisogni giornali.

Ma il nostro impegno a favore dell’infanzia e delle famiglie siriane non è sufficiente. Per dare continuità ai nostri progetti  è necessario l’aiuto si tutti: è possibile sostenere la campagna di Ai.Bi.  Siria – Non lasciamoli soli  attivando un sostegno a distanza o attraverso una donazione libera al progetto.

Fonte: http://eastwest.eu