siria, non si arresta l'emergenza e tra i più colpiti ci sono i bambini

Siria. Sono 27mila i bambini uccisi dall’inizio della guerra, 663mila rischiano di morire di stenti. Ai.Bi. sul campo per aiutarli

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani siriano (Ondus) ci sono 1,5 milioni di minori che non possono più andare a scuola e quasi i 2/3 degli 8,35 milioni di bambini e adolescenti che vivevano nel Paese prima dell’inizio del conflitto richiedono protezione umanitaria

Non solo: la metà degli sfollati interni sono minori e 170mila di loro continuano a vivere sperando di sopravvivere in aree assediate. Nell’urgenza dei soccorsi nonostante le bombe, Amici dei Bambini dal 2013 è sul campo per portare cibo, coperte e sostegno per la ricostruzione

siria, non si arresta l'emergenza e tra i più colpiti ci sono i bambiniSono circa diecimila i civili che hanno lasciato la Ghouta orientale, secondo quanto afferma la tv di Stato siriana: si tratterebbe del più grande esodo dall’enclave ancora in parte controllata dagli insorti, dove continua l’avanzata delle truppe governative siriane dopo massicci bombardamenti che a partire dal 18 febbraio hanno provocato circa 1.200 morti, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani siriano (Ondus). Per l’emittente, l’esodo avviene attraverso un corridoio dalla città di Hamuriya, al centro della Ghouta.

Lungi dal fermarsi, le violenze negli ultimi mesi si sono intensificate. Tanto che oggi nel Paese circa 13 milioni di persone vivono in condizioni di estrema necessità, mentre 3 milioni di bambini non possono frequentare la scuola. Solo nel 2017 il numero dei civili morti a causa dei bombardamenti è quadruplicato rispetto all’anno precedente, portando il totale a più di mezzo milione.

Nell’ultimo anno, la guerra in Siria ha mietuto 910 bambini morti e 361 feriti. Ma dall’inizio del conflitto ne sono stati uccisi 27mila, 1,5 milioni non ha più frequentato una scuola e su 5,6 milioni di persone in gravi necessità, 663mila sono sotto i 5 anni. Come accade spesso in questi casi, è l’infanzia a dover pagare il prezzo più pesante dei bombardamenti che insanguinano il Paese da otto anni e che hanno trasformato i suoi più giovani cittadini in una generazione perduta, piegata dai bombardamenti, all’ombra di violenze indescrivibili, immersa nella paura permanente senza beni e servizi, impossibilitata ad accedere all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al gioco.

In primo piano c’è oggi la situazione della Ghouta orientale, un’area vicina a Damasco occupata da 350mila civili che, assediati da settimane dalle forze del regime siriano e dai suoi alleati, soffrono per la fame e gli stenti poiché ai convogli di aiuti umanitari è stato negato l’accesso. I bambini malati e feriti necessiterebbero di lasciare l’enclave, ma restano prigionieri dei crescenti attacchi a scuole, ospedali e infrastrutture civili che sono testimoni delle quotidiane violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Nonostante l’orrore, i bambini di Ghouta hanno continuato a frequentare le scuole sotterranee, istituite a seguito dei bombardamenti, hanno continuato a respirare ossigeno o ciò che ne rimaneva dopo i ripetuti attacchi chimici, hanno continuato a salutare nonostante gli arti amputati e a sognare aquiloni colorati che decorano il cielo al posto dei jet di guerra.

C’erano 8,35 milioni di bambini in Siria prima della guerra; oggi quasi i due terzi richiedono protezione umanitaria, oltre un milione di loro vive in aree difficili da raggiungere e 170mila abitano in aree assediate. La metà dei 3 milioni di sfollati interni è costituita da minori.

Ecco perchè, fin dal 2013, Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini è scesa sul campo, al fianco dei più piccoli, innocenti e inermi, per portare il proprio aiuto nella totale penuria di cibo, coperte e delle più elementari attrezzature per l’agricoltura, grazie anche alla collaborazione del proprio partner siriano Kids Paradise: mediante i progetti di cooperazione internazionale portati a compimento, sono state istruite e formate sulla gestione agricola 180 donne siriane, diventate capi-famiglia per la morte dei loro mariti. Non solo: sono stati distribuiti loro oltre 1.800 polli e, anche grazie al contributo economico di Regione Lombardia e Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) Ai.Bi. ha potuto distribuire vettovaglie non alimentari e razioni di cibo a vari gruppi di sfollati, raccolti nei campi. In particolare, sono state distribuite coperte e ceste alimentari andate per i 2/3 ai bambini, la categoria più debole nello scenario siriano. In tutto, le iniziative di Ai.Bi. hanno potuto dare un aiuto a è4.255 persone.

Ma come emerge dalla cronaca quotidiana, l’emergenza non è finita: ecco perchè è importante contribuire al progetto di Amici dei Bambini Non Lasciamoli Soli‘, con il quale si prende cura di donne e bambini. Un aiuto reale all’infanzia che soffre, infatti, è l’unica opzione oggi disponibile per cercare di sostenere l’infanzia del Paese, ormai stremata.

Fonte: Agensir

Fonte: Romasette