Lo spot di Esselunga e il diritto dei bambini di essere figli

Sta facendo molto discutere lo spot pubblicitario di Esselunga in cui una bambina si inventa un tenero stratagemma per riavvicinare i suoi genitori, separati. Al di là di polemiche e interpretazioni, un esempio di come ogni bambino abbia diritto ad avere una famiglia

Una delle citazioni probabilmente più utilizzate di sempre recita più o meno così: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli.” La frase è stata scritta da Oscar Wilde e messa in bocca al suo personaggio Dorian Gray, ma dal 1891 (anno di pubblicazione del romanzo) a oggi è stata ripresa e ripetuta innumerevoli volte e potrebbe sicuramente andar bene anche per commentare quanto sta accadendo con l’ultimo spot pubblicitario realizzato dalla nota catena di Supermercati Esselunga.

Il video, realizzato dall’agenzia New York Small con la regia del francese Rudi Rosenberg, è stato ripreso e rilanciato da tutti i siti e i giornali, venendo utilizzato per riaprire o approfondire il dibattito sulla famiglia. Un dibattito che rischia fin da subito di venire trascinato su terreni politici, visto che la scelta dello spot è quella di puntare su quella famiglia “tradizionale” più volte utilizzata in maniera simbolica e identitaria da una precisa parte politica.

Il diritto dei bambini di essere figli

Considerazioni che senza dubbio gli strateghi del marketing avranno fatto, prima di mandare in onda il filmato, ma che non esauriscono certo il dibattito e, soprattutto, rischiano di impoverirlo. Perché, come sottolinea giustamente Avvenire in un articolo di commento alla vicenda, anche rischiando di passare per ingenui, è bello pensare che non ci siano intenti di “restaurazione” dietro la scelta della famiglia ritratta nello spot, ma che il “tenero, piccolo inganno escogitato da Emma (la bambina protagonista dello spot n.d.r.) rappresenti semplicemente un’aspirazione comune a tutti i bambini: quello di un amore per sempre”.
Quale bambino, in fondo, non vorrebbe vivere insieme ai suoi genitori, se questi si dimostrano persone amorevoli nei suoi confronti e ragionevoli nei rapporti tra di loro? Ma ancora, più in generale, quale bambino non sogna di poter vivere in una famiglia, di vedersi riconosciuto il diritto di essere figlio?
Ai.Bi. lotta per questa missione da ormai oltre 40 anni, e se uno spot pubblicitario e una pesca possono contribuire a riaccendere la luce su tutto questo, facciamo nostra l’imperitura frase di Dorian Gray. Per il bene dei bambini di tutto il mondo!