Terres des Hommes e i diritti negati dell’infanzia. Quando l’Italia è come il Nepal

bambinoAndare a puntare il dito contro i problemi di un sistema di protezione per l’infanzia di un Paese con dati allarmanti sull’emergenza abbandono come il Nepal e chiudere gli occhi sul comportamento che sta tenendo l’Italia verso la Convezione de L’Aja del 1996, un’importante trattato per togliere dal limbo migliaia di minori in difficoltà familiare.

E’ questa la contraddizione a cui assistiamo oggi.

Da una parte infatti si è creata una mobilitazione di importanti Organizzazioni Non Governative come Terres des Hommes che denunciano il sistema adozioni del Nepal, senza tenere però in considerazione le riforme introdotte dalle autorità locali per combattere la corruzione.

Dall’altra assistiamo invece a un’evidente inerzia delle associazioni di tutela dell’infanzia rispetto all’atteggiamento di stallo delle istituzioni italiane sulla ratifica di un’importante Convenzione per la tutela dei diritti dei minori.

Un blocco ingiustificato se si considera che è stata la stessa Unione Europea a ritenere la Convenzione de L’Aja materia rilevante a fini comunitari e ha così deciso di raccomandare la ratifica ai Paesi membri.

E’ l’unico trattato che si applica alla quasi totalità dei provvedimenti di protezione dei minori, creato per contribuire a fondare uno spazio giudiziario comune. Uno strumento che, se applicato, permetterebbe di dare risposta a un’infinità di situazioni irrisolte in cui si trovano oggi migliaia di bambini in difficoltà familiare: minori in affidamento che si trasferiscono da un paese a un altro con chi ne ha la responsabilità, bambini che provengono da Paesi colpiti da catastrofi naturali o eventi bellici, minori in kafala (strumento di tutela dell’infanzia dei Paesi del Nord Africa), minori in difficoltà familiare che non sono ancora stati adottati.

Eppure le associazioni sembrano più impegnate a denunciare i problemi dell’infanzia in casa d’altri, anziché andare a risolvere quelli che si presentano in Italia.

Perché interessarsi solo al Nepal e alla violazione dei diritti dell’infanzia in quel Paese, quando l’Italia scegli di alzare le barriere all’accoglienza di migliaia di minori in difficoltà familiare?