Torino. Con Antonina e Ivano, genitori da “pronto intervento”, inizia la nuova avventura della casa famiglia “Il Sorriso”

casa-famiglia41Ogni bambino abbandonato o allontanati dalla famiglia è un’emergenza, che va accolta, curata e accompagnata verso un futuro più sereno. È questo lo spirito che ha sempre animato la casa famiglia “Il Sorriso” di Ai.Bi. a Torino e che continuerà ad animare anche la nuova coppia che ne ha preso le redini. Si tratta di Antonina, educatrice professionale con precedenti esperienze anche in case famiglia, e suo marito Ivano, che gestiranno la struttura per i prossimi due anni, fino al 2017.

Come in un destino già scritto, il giorno di riapertura della casa famiglia, dopo il periodo di passaggio dalla precedente all’attuale coppia che la gestisce, è coinciso con la prima giornata di lavori della XXIV Settimana di formazione e studi di Amici dei Bambini e dell’associazione “La Pietra Scartata”, che si sta svolgendo dal 17 agosto a Gabicce Mare. Proprio qui, i coordinatori regionali di Ai.Bi. Piemonte, Maria Teresa a Sergio Bertoldo, hanno presentato, nel corso della loro relazione sull’anno appena trascorso, le novità più importanti che riguardano la casa famiglia “Il Sorriso”.

Novità che si chiamano, appunto, Antonina e Ivano. Subentrano a Luisella e Riccardo, la coppia che ha condotto la struttura nell’ultimo anno, accogliendo ben 12 minori. Antonina e Ivano sono stati individuati da Ai.Bi. tra le 4 coppie che, a febbraio 2015, hanno frequentato il corso di formazione sulle case famiglia, tenuto dalla responsabile delle case famiglia di Ai.Bi. Valentina Bresciani, dalla psicologa di Ai.Bi. Lisa Trasforini e dalla nostra referente a Torino, Silvia Vocale.

Toccherà a loro portare avanti il progetto di “pronto intervento familiare” che ha sempre caratterizzato “Il Sorriso”. Non una normale casa famiglia, ma un luogo in cui i bambini abbandonati o allontanati dai genitori biologici trovano accoglienza per periodi relativamente brevi in attesa di essere collocati in un contesto familiare stabile: una famiglia adottiva, un affido familiare “tradizionale” della durata massima di 2 anni, il ritorno alla famiglia di origine. I protagonisti di queste esperienze saranno sempre bambini tendenzialmente piccoli, di età compresa tra o e 6 anni, per i quali verranno elaborati progetti individuali. A curarne il percorso di transizione dal momento di difficoltà a una situazione più stabile saranno proprio Antonina e Ivano, che proprio nella mattinata del primo giorno di apertura della casa famiglia, hanno ricevuto la notizia che a breve potranno accogliere il primo bambino: un piccolo di 3 anni in attesa del provvedimento che lo renderà adottabile.

Dalla sua fondazione, la casa famiglia “Il Sorriso” ha già accolto circa 55 minori: alcuni anche solo per pochi giorni, altri per qualche mese. Tra loro anche diversi neonati, abbandonati alla nascita, che in casa famiglia hanno trovato l’accoglienza migliore per trascorrere i pochi giorni di attesa tra la loro venuta al mondo e l’ingresso nella famiglia adottiva. Con la possibilità, per i loro futuri genitori adottivi, di iniziare a conoscerli, affiancati dall’esperienza di chi, in casa famiglia, ha a che fare ogni giorno con bambini piccolissimi.

Numeri piuttosto alti, quindi, quelli della struttura torinese di Ai.Bi. Cifre che testimoniano da un lato l’alta necessità di accoglienza per minori fuori famiglia nel territorio piemontese, e dall’altro la storica sensibilità per l’affido familiare da parte del Comune di Torino. Il quale è stato, in Italia, uno dei precursori dell’affido, come ricordano anche gli stessi coordinatori di Ai.Bi. Piemonte, Maria Teresa e Sergio Bertoldo, genitori affidatari già più di 30 anni fa.