Ucraina. Nella regione di Odessa si va verso la chiusura degli istituti: al via la riforma del sistema di tutela dei minori

bambini ucrainaNella regione ucraina di Odessa l’era degli istituti sta per finire. A fine novembre la governatrice Maruya Gaydar, a nome dell’amministrazione regionale, ha firmato un accordo di collaborazione con l’organizzazione non governativa internazionale “Hope & Homes for children” che condurrà alla riforma del sistema di tutela sociale dei minori. Questo verrà progressivamente uniformato agli standard europei, anche attraverso la chiusura di quasi tutti gli istituti.

Attualmente nella regione di Odessa ci sono circa 6mila minori che vivono negli istituti e per i quali la riforma prevede il collocamento presso famiglie accoglienti o case famiglia oppure il reinserimento nella famiglia di origine.

“Il 50% della popolazione locale – fa notare la funzionaria del Servizio regionale per i minori, Alla Kiriyatcrede che gli istituti siano un bene, ma in realtà questi non sono neppure paragonabili con la realtà familiare.

Mantenere in vita gli istituti non è neppure utile dal punto di vista economico: la maggior parte del finanziamento, infatti, viene destinato alla gestione della struttura e non alla cura dei bambini e degli adolescenti che vi sono collocati.

Si prevede che la riforma verrà attuata nell’arco di alcuni anni. Nei primi 6 mesi, gli specialisti saranno chiamati ad analizzare la realtà degli istituti e le condizioni di vita dei bambini che vi risiedono, condurranno ricerche presso le famiglie della regione e svilupperanno i servizi sociali ad hoc per i casi specifici. Qualora, per esempio, un bambino si trovi in istituto perché necessita di un particolare servizio medico, nell’ambito della riforma le autorità cercheranno di garantire tali servizi nel luogo in cui vive la famiglia del minore.

In ogni caso, la prima opzione che gli specialisti valuteranno sarà il reinserimento del bambino nella famiglia biologica. Nel caso in cui i genitori siano stati privati della responsabilità genitoriale, per esempio, si cercherà di aiutarli a ripristinarla e a risolvere i problemi per i quali il minore è stato allontanato.

La possibilità di una riforma lascia comunque dei dubbi tra gli esperti del settore. Alcuni operatori del Servizio per minori sostengono che  non tutti gli istituti potranno chiudere. “Ci sono bambini che per ragioni sanitarie – dichiarano – non potranno stare né con la famiglia biologica né con una famiglia accogliente”. “La riforma non avverrà velocemente, perché la società non è ancora pronta”, afferma il direttore di un istituto, mentre un suo collega ricorda come “in 10 anni non sia stato adottato alcun bambino con ritardi mentale e questi minori, anche da adulti, non possano vivere senza il supporto almeno degli operatori sociali”.

La riforma prevede comunque che venga individuata una nuova famiglia per i bambini rifiutati dai loro genitori, mentre per quelli un po’ più grandi, qualora non si trovi una famiglia accogliente, si cercherà una soluzione presso una casa famiglia o una comunità con caratteristiche assimilabili a quelle di una famiglia.

 

Fonte: Segodnya