Un esercito di figli unici: è l’Italia fotografata dall’Istat nel 2014

istat censimento 400 286La famiglia italiana si rimpicciolisce sempre più. La relazione annuale del Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, presentata al Parlamento, parte dai dati dell’Istat riferiti al 2014. Dai quali si evince che “sono ormai un’esigua minoranza coloro che vivono in famiglie in cui ci sono anche i nonni (5,3%). Prevale ancora la famiglia con il padre, la madre e altri fratelli (62,4%), ma crescono le famiglie composte da padre, madre e figlio (17,9%), e quelle formate da un solo genitore, in particolare con la madre (6,5%).

Insomma, domina il modello del figlio unico e quasi raddoppiano le famiglie monogenitoriali che passano da 535 mila nel 1999-2000 a 954 mila nel 2013-2014. I nuclei monogenitore con figli minorenni sono composto nell’86,4% dei casi da madri sole”, si legge nella relazione.

Le coppie con figli minorenni sono in totale 5 milioni 676­ mila, la percentuale di quelle con un solo figlio è il 51,6%, quelle con due il 39,9% e quelle con tre o più l’8,5%. Le coppie non coniugate con minori sono 520mila e presentano una quota di figli unici maggiore rispetto alle coppie coniugate (rispettivamente 66,5% e 50,0%).

Dato positivo è che nel 2012 si arresta la crescita del numero di separazioni e divorzi che sono stati rispettivamente 88.288 e 51.319. In metà delle separazioni (48,7%) e in un terzo dei divorzi (33,1%) è coinvolto un figlio minorenne. In termini assoluti il numero di figli minorenni che sono stati affidati nel 2012 è stato pari a 65.064 nelle separazioni (nell’89.9% dei casi in affido condiviso) e a 22.653 nei divorzi. Nelle separazioni, il 54,5% dei figli affidati ha meno di 11 anni.

In caso di divorzio i figli sono generalmente più grandi: la quota di quelli al di sotto degli 11 anni scende al 32,1% del totale. Cambiano anche il numero di fratelli e la condizione dei genitori: “le principali cause di tali trasformazioni sono oltre al calo della fecondità e una maggiore instabilità coniugale, il progressivo deterioramento delle condizioni economiche del Paese”.

Nel 2014 la percentuale di minori senza fratelli raggiunge il 30,7% nell’Italia Centrale, nel Nord-Est il 27,1%, seguono poi il Nord-Ovest e le Isole con il 24,1% infine il Sud con il 19,5%. Le regioni col maggior numero di figli unici sono la Toscana (32,7%), il Friuli-Venezia Giulia e il Lazio (30,9%) e l’Emilia-Romagna (30,7%) mentre la Campania, la Sicilia e il Veneto presentano le quote più elevate di bambini e ragazzi con 2 o più fratelli (28,9%, 25,9% e 25,5%).

Fonte Avvenire