Zamagni: “Fra 15 anni le coppie italiane senza figli saranno 6,4 milioni”

zamagni stefano 350La Costituzione italiana, all’articolo 31, afferma: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”. Queste le parole della legge. I fatti, però, dicono qualcosa di molto diverso: dicono che, come molto spesso accade, le intenzioni non si traducono in atti concreti. La realtà di oggi vede la famiglia sempre più abbandonata dallo Stato, privata delle risorse necessarie a incoraggiare e sostenere la maternità o quelle forme di accoglienza, come l’affido o l’adozione, che assicurerebbero il diritto a essere figlio di tanti minori abbandonati o provenienti da contesti sociali disagiati.

La denuncia di quanto le istituzioni del nostro Paese siano decisamente “distratte” sul fronte della famiglia, arriva in questi giorni dal professor Stefano Zamagni, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. In occasione della Settimana estiva di formazione, organizzata dall’Ufficio Famiglia della Conferenza episcopale italiana e tenutasi a San Giovanni Rotondo (Fg) dal 18 al 22 giugno, Zamagni ha affermato:“Ancora oggi l’Italia destina alla spesa per maternità e famiglia poco più dell’1% del Pil, la quota più bassa tra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Come a dire che la famiglia, in quanto tale, non è un soggetto che è destinatario in via prioritaria di politiche e dunque di risorse nel nostro modello di welfare”.

Analizzando  con l’occhio dell’economista esperto la situazione dello scarso sostegno offerto dallo Stato ai nuclei familiari, Zamagni ricorda come sia quasi completamente assente l’equità orizzontale nei confronti delle famiglie con figli a carico. E ciò nonostante la Costituzione esplicitamente riconosca la rilevanza sociale ed economica delle funzioni svolte dalla famiglia”.

Il confronto con gli altri Paesi europei, in effetti, è impietoso. La Francia, ad esempio, investe nel sostegno alla maternità il 5% del Pil e garantisce al 90% delle famiglie un bonus bebè da 923 euro mensili a partire dal settimo mese di gravidanza. In Germania, un analogo bonus raggiunge la cifra di 4.416 euro all’anno per chi ha due figli e ogni famiglia ha diritto a un posto all’asilo nido.

Da noi, fatte salve le sporadiche iniziative regionali, non esistono aiuti statali, con la sola eccezione dei bonus che raggiungono solo i redditi ultraminimi e le detrazioni fiscali che non superano i 1.220 euro annui.

Inevitabile, quindi, un continuo calo delle nascite: quasi 20mila nati in meno nel 2013 rispetto al 2012. Una tendenza che non accenna a fermarsi e che, anzi, è destinata ad acuirsi. Lo evidenzia il professor Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’Università Milano – Bicocca: “Entro il 2031 – ha annunciato – le coppie senza figli aumenteranno notevolmente fino a raggiungere i 6,4 milioni, mentre le coppie con figli diminuiranno di 400mila unità”.

 

Fonte: Avvenire