Zanin (Pd) Commissione Bicamerale Infanzia. “Urge una riflessione condivisa tra tutti i soggetti coinvolti”

zaninIl nuovo grave calo numerico – meno 30% nel 2014 e del 50% rispetto al 2010 – delle adozioni internazionali indica la necessità di una riflessione condivisa tra tutti i soggetti coinvolti”. A parlare è Giorgio Zanin (Pd), componente Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza che commenta così il calo delle adozioni internazionali registrato in Italia a partire dal 2011 in controtendenza rispetto ad altri Paesi come Francia, Spagna e Stati uniti in crisi invece dal 2006.

“Occorre valutare quali siano le cause strutturali e contingenti di questa involuzione – continua Zanin – per concorrere in modo convergente a contrastare la riduzione”.

Il deputato del Partito democratico e componente della Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza entra nel merito mettendo in risalto “le necessità dei minori e le disponibilità di accoglienza delle famiglie italiane sono un patrimonio di motivazioni che deve spingere alla massima collaborazione”.

Le dichiarazioni dell’onorevole Zanin scaturiscono dall’analisi dei dati che attestano una crisi delle adozioni internazionali in Italia iniziata 5 anni dopo gli altri Paesi nel mondo: in Francia, Spagna e negli Stati Uniti il calo è iniziato nel 2006, in Italia no.  Anzi in questi stessi anni il trend era in crescita con picchi nel 2011 per poi subire una contrazione.

Se dal 2006 al 2011 in Francia si è passati da 3.977 minori adottati nel 2006 a 1995; in Spagna da 4.472 nel 2006 a 2573; negli Stati Uniti da 20.679 a 9.320 mentre in Italia, in controtendenza da 3188 a oltre 4 mila. Insomma mentre gli altri scendevano, l’Italia saliva: negli anni della crisi (2006- 2011) viveva il periodo di suo massimo splendore, con rispettivamente 4.130 e 4.022 piccoli accolti.

Cosa è successo dopo? Una cattiva gestione della Commissione Adozioni Internazionali e una totale mancanza di forza propulsiva da parte della componente politica della Cai. La fase calante è iniziata con la presidenza Cai dell’allora ministro Andrea Riccardi per arrivare poi all’attuale Cai, caratterizzata da una gestione personalistica, accorpamento delle cariche di presidente e vicepresidente in una sola figura, paralisi dell’apparato burocratico della stessa Cai, mancata risposta alla decine e decine di richieste degli Enti Autorizzati per aprire nuovi Paesi, mancata convocazione di tavoli-Paese per affrontare congiuntamente, come sempre fatto in passato, i vari problemi dei diversi Paesi, dalla mancanza di missioni  congiunte  nei Paesi di origine. Lo sfascio dell’adozione internazionale in Italia sta quindi proprio in queste disfunzioni.