Alice, dalla Moldova a New York: cosa ci fa un volontario espatriato negli Stati Uniti?

Alice Camparini, 30 anni, da Reggio Emilia a New York con una missione: dare il proprio contributo per combattere l’emergenza abbandono.

Una scelta etica, quella di Alice, che sta cercando di realizzare un’attività che, come ci spiega lei stessa “dia soddisfazione”. “Non mi riferisco naturalmente a gratificazioni di tipo materiale, quanto alla sensazione di sentirsi davvero utili, di dare il proprio contributo affinché qualcosa, in questo mondo, migliori. Lavori animato dall’idea che puoi cambiare qualcosa nel sistema, che la vita di un bambino o di una famiglia possono essere differenti grazie al contributo di AiBi”.

Una scelta che ti fa certamente onore: come ci sei arrivata?

Un po’, grazie a una componente caratteriale – ho una passione per la scoperta, vivo spinta da una grande curiosità -, un po’ grazie a i casi della vita, collegati a situazioni e a varie vicende familiari. La scelta si è rivelata azzeccatissima, anche perché mi ha permesso di creare legami speciali con tante persone conosciute sul campo.

Come hai iniziato?

Con un periodo di formazione di 3 mesi in Moldova, dopodiché – nel maggio 2007- sono partita per Belo Horizonte, in Brasile. Ci sono rimasta quasi 4 anni e… ci ho lasciato un pezzo di cuore!

E’ stata un’esperienza emozionante, oltre che formativa. Poi però, com’è naturale, ho avuto voglia di “cambiare” e Ai.Bi. mi ha proposto di raggiungere la sede di New York, dove mi trovo tuttora.

A New York qual è l’obiettivo di Ai.Bi.?

A New York, l’obiettivo è di creare un’associazione con diversi scopi:

in primis, diffondere il messaggio di Ai.Bi., la sua Mission, che è quella di cercare una soluzione familiare per i bambini in difficoltà, monitorando anche la situazione negli Stati Uniti. In Brasile, naturalmente, ero molto più “operativa” nel senso letterale del termine, serviva davvero un supporto “materiale”: qui a NY al momento è importante comprendere bene il contesto- la mentalità, le leggi ecc del Paese.

In secondo luogo, ci occupiamo di Adozioni Internazionali: Ai.Bi. sta cercando di realizzare adozioni internazionali di bimbi statunitensi che si trovano nel sistema di affido americano (in USA gli istituti sono poco numerosi, ndr). Le assistenti sociali dei bimbi in affido non sempre risultano preparati all’idea dell’adozione internazionale e il numero di coppie americane in attesa e’ elevato e queste ultime vengono preferite in rispetto del principio di sussidiarietà. Ai.Bi. sta valutando anche la possibilità di diventare agenzia americana per le adozioni internazionali: proprio per questo, sto svolgendo un monitoraggio: è un’attività molto stimolante…perché è un po’ come “creare un’altra Ai.Bi.”, che sia punto di riferimento per le coppie americane e italiane!

Molto interessante, Alice. Immagino vi occupiate anche di fundraising, in parallelo.

Esatto. Stiamo a tal proposito selezionando un collaboratore americano che in futuro possa scrivere bandi, creare e tenere contatti occuparsi del programma di sostegno a distanza.

Stiamo organizzando un evento, in programma il 20 ottobre: un aperitivo nello store Alessi di NY. Saranno invitati rappresentanti di aziende italiane, di istituzioni culturali legate all’Italia oltre ai contatti di Alessi e Chicco, due aziende da sempre vicine ai valori Ai.Bi.

Questa sarà una occasione per ampliare la base dei membri che formano il consiglio della associazione americana AIBI Inc., che e’ stata creata a marzo 2011.

Ma non solo Ai.Bi. è stata selezionata come ONG internazionale per partecipare ai comitati dell’ONU.

Spiegaci meglio!

Ai.Bi. e’ un’organizzazione internazionale iscritta all’ECOSOC e al DPI delle Nazioni Unite, questo significa che possiamo partecipare a conferenze e dibattiti sull’Infanzia ma che possiamo anche presentare proposte rappresentando una voce per l’ infanzia e l’ adolescenza abbandonata.

Inoltre Ai.Bi. fa parte del gruppo di lavoro delle ONG che si occupano del monitoraggio dell’applicazione delle “Linee guida per le misure alternative all’istituzionalizzazione” alla sede delle Nazioni Unite di NYC. Una bella soddisfazione per Ai.Bi., ma anche una grande sfida che ci vede impegnati in prima linea soprattutto per ampliare la base dei sostenitori di AiBi negli US!